Incredibile ma vero, il Lugano è ancora vivo. Ha vinto a Friborgo e resta in corsa per il decimo posto.
Trascinati da Fazzini e Arcobello, che si stanno mostrando veri leader, i bianconeri hanno piegato una squadra che non perdeva dal 21 dicembre.
Alzi la mano, chi ci avrebbe scommesso un franchetto.
Superato il Ginevra in classifica (che però deve recuperare una partita), il Lugano ha meritato questa vittoria. Più aggressivi e determinati, come giusto che sia una sfida da ultima spiaggia, i ragazzi di Krupp hanno giocato una grande partita.
E questa volta, per fortuna, non si sono pagati a caro prezzo gli errori individuali, come quello di Alatalo sul gol del 2-2 in superiorità numerica.
Il tecnico ha dato fiducia ancora a Huska in porta, lasciando Zohorna e Pulli in tribuna: scelte che sono state vincenti, come lo schierare Joly e Dahlström.
Un exploit quello di ieri, che ovviamente non basta. Ora ci sarà qualche giorno di pausa per caricare le batterie e prepararsi allo sprint finale, nel quale non si può sbagliare nulla. Venerdì si va a Losanna, in un’altra sfida complicatissima ma in cui non si parte battuti, se si giocherà così.
Poi, finita questa stagione, si potrà parlare del rinnovo di Arcobello, che presto diventerà svizzero e che quest’anno, un po’ a sorpresa, è stato tra i più continui, e pensare alla “ricostruzione”.
Intanto c’è ancora da pensare a questa stagione, a un sogno che sembrava svanito e che invece è lì, che si può ancora acciuffare.
E questo Lugano, pazzo fino all’inverosimile, può ancora farcela. Basta crederci.
Trascinati da Fazzini e Arcobello, che si stanno mostrando veri leader, i bianconeri hanno piegato una squadra che non perdeva dal 21 dicembre.
Alzi la mano, chi ci avrebbe scommesso un franchetto.
Superato il Ginevra in classifica (che però deve recuperare una partita), il Lugano ha meritato questa vittoria. Più aggressivi e determinati, come giusto che sia una sfida da ultima spiaggia, i ragazzi di Krupp hanno giocato una grande partita.
E questa volta, per fortuna, non si sono pagati a caro prezzo gli errori individuali, come quello di Alatalo sul gol del 2-2 in superiorità numerica.
Il tecnico ha dato fiducia ancora a Huska in porta, lasciando Zohorna e Pulli in tribuna: scelte che sono state vincenti, come lo schierare Joly e Dahlström.
Un exploit quello di ieri, che ovviamente non basta. Ora ci sarà qualche giorno di pausa per caricare le batterie e prepararsi allo sprint finale, nel quale non si può sbagliare nulla. Venerdì si va a Losanna, in un’altra sfida complicatissima ma in cui non si parte battuti, se si giocherà così.
Poi, finita questa stagione, si potrà parlare del rinnovo di Arcobello, che presto diventerà svizzero e che quest’anno, un po’ a sorpresa, è stato tra i più continui, e pensare alla “ricostruzione”.
Intanto c’è ancora da pensare a questa stagione, a un sogno che sembrava svanito e che invece è lì, che si può ancora acciuffare.
E questo Lugano, pazzo fino all’inverosimile, può ancora farcela. Basta crederci.
(foto Ticishot-Simone Andriani)