CALCIO ITALIANO
Il progetto Como
Pubblicato il 19.02.2025 08:07
di Silvano Pulga
Oltre confine si parla sempre più del Como. Abbiamo visto, per esempio, degli articoli di testate prestigiose come Calcio e Finanza, la quale ha ripreso temi che, sul vecchio Eco dello Sport, avevamo affrontato in autunno, andando ad analizzare il lavoro fatto dalla società lariana per promuovere il brand anche (e soprattutto) all'estero, passando attraverso alcune iniziative legate al proprio territorio, già da anni molto conosciuto dal punto di vista turistico. Niente di nuovo, quindi, per i nostri lettori; resta però un segnale di attenzione per una compagine che, va ricordato, è sempre stata caratterizzata da un bacino d'utenza limitato e stretto dalla concorrenza del grande calcio del capoluogo lombardo, un po' come accade nel nostro Ticino.
Dal punto di vista sportivo, invece, va detto che la proprietà non ha mai creato pressioni particolari a Cesc Fàbregas, anche quando la classifica stava scricchiolando. Certo, c'era qualche tifoso nostalgico della palla in tribuna; tuttavia, la fiducia anche da parte del popolo azzurro più consolidato non è mai mancata. L'ex fuoriclasse catalano, inserito tra l'altro nel board societario, e mai in discussione da parte della proprietà indonesiana, che ne ha fatto un uomo immagine, a volte dà la sensazione di vivere una sorta di passatempo, seppure affrontato (ovviamente) con grandissima serietà e professionalità. Dopo la vittoria di Firenze, frutto di giocate di spessore dei due talentini Nico Paz e Assane Diao (lo spagnolo di origine senegalese vede la porta come pochi altri in serie A, e sembra non aver pagato alcuno scotto all'ambientamento), il tecnico ha ribadito, per l'ennesima volta, due concetti che gli stanno a cuore: il primo è che per lui la prestazione è sempre la cosa più importante, e che questa vittoria s'inserisce nel solco di quelle precedenti, dove aveva visto una certa crescita nel gioco, seppure non premiata da risultati positivi. L'altro (e più importante) è che questa proprietà è arrivata per restare, e ha un progetto a lungo termine: in estate si lavorerà per crescere, e non per smobilitare.
Non si vorrebbe, quindi, secondo quanto affermato dall'allenatore iberico, semplicemente valorizzare giovani per poi rivenderli alle squadre di alto livello in giro per l'Europa, ma provare ad arrivare ai vertici, sulla falsariga di quanto fatto dall'Atalanta, non molto lontano da qua, in fondo. La differenza è che, mentre i bergamaschi hanno (almeno sinora) mantenuto una dimensione locale, a livello di seguito (conosciamo davvero pochissimi tifosi atalantini non residenti anche se, sicuramente, la vittoria europea della stagione passata avrà fatto guadagnare ai nerazzurri qualche tifoso oltre provincia), a Como si punta a creare qualcosa di riconoscibile anche (e soprattutto) all'estero. Il bacino d'utenza degli azzurri lariani, insomma, dovrà andare oltre Bellagio, Colico, Erba e Cantù. Molto oltre.