Thiago Motta è
sempre vestito di nero. È alto e osserva le partite, dall'area
tecnica, con uno sguardo sicuro e severo. È tetragono a ogni
parvenza di critica o di rilievo. È stato chiamato a Torino per fare
giocare al calcio la Vecchia Signora. È stato designato come
un allenatore all'avanguardia. Ma i mesi sono passati, e rimane una
sensazione: la Juve è una squadra indecifrabile. Non ha un
gioco, non ha uno stile, non ha un modulo. Il tecnico cambia
continuamente la formazione, ruota i giocatori, ma la sua impronta è
inesistente. È saldo nelle sue certezze, ma non si capisce quale
siano. I bianconeri erano euforici, venivano dalla vittoria contro
l'Inter, una partita celebrata oltremodo, un successo esaltato
oltremisura. Il Psv li ha riportati con i piedi sul terreno.
Il campo ha manifestato la realtà. Gli olandesi hanno dominato;
hanno giocato meglio e con un'altra velocità di esecuzione; hanno
mostrato una manovra godibile, e si sono imposti con pieno merito. La
Juve di Motta è un progetto che non ha nessuna
concretezza. I soldi sono stati spesi, le campagne acquisti sono
state poderose. Ma l'allenatore non ha trovato soluzioni, e non
dispone di giocatori forti. Non rimane che il quarto posto. Basterà?
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Ma come gioca la Juve?