I granata hanno potuto
usufruire finalmente del campo A per allenarsi. La precarietà degli altri due
terreni attorno allo stadio è nota. Quello in sintetico, ormai ‘consumato’
dagli anni, è di dubbia qualità ed è palesemente a rischio infortuni. Apriamo
una parentesi per dire che in siffatte condizioni non dovrebbe più essere
agibile nemmeno ai ragazzi che ci vanno a giocare liberamente negli orari (e
giorni) extrascolastici. Oltretutto vi si scaricano ‘oggetti’ di ogni genere: bottigliette,
resti di ‘merendine’, cicche di sigarette (ahinoi!). Quanto al campo C è, nelle
stesse condizioni di quarant’anni fa (dopo due giorni di pioggia si riempie
di pozzanghere). Se ne lamentava già, Peter Pazmandy, quasi 40 anni fa!
L’allenamento di mercoledì,
approfittando della meteo favorevole, si è dunque svolto sul campo principale.
Si sono visti i soliti fraseggi, con il solo Sörensen a correre da una porta all’altra.
Aris, come lo stesso giocatore, da tempo infortunato, ha spiegato sabato sera,
sta recuperando alla grande.
Contro lo Stade è andata come
è andata. Si può inveire alla sfortuna, si potrà discutere sull’arbitraggio
della signora Anex, ma la sconfitta è unicamente da attribuire all’incapacità realizzativa di Chacon (e
compagni). Insomma, il ‘mea culpa, ci sta tutto.
Tutti sono rientrati negli
spogliatoi, è vero, ma solo dopo la ‘baraonda’ (tra giocatori di entrambe le
squadre) venutasi a creare in mezzo al campo. Anex, così tanto autoritaria nel
distribuire cartellini (ben 105 in 15 partite!), soprattutto ai granata (panchina compresa), è uscita dal campo – da
come l’abbiamo vista in viso – ‘impaurita’.
Al bar dello sport si sono
commentati i cinque turni di squalifica inflitti al preparatore atletico Megias, che a
fine match si è catapultato nella ‘mischia’. Non c’è anima viva, fra i tifosi,
che riesca a spiegarsi un simile comportamento da chi sta in panchina.
Intanto, tutto tace sulla
conduzione tecnica, anche per quello che succede in partita: giocatori fuori
ruolo, o comunque male posizionati, addirittura lasciati in panchina,
sostituzioni tardive… Un paio di esempi: Krasniqi che gioca 20 minuti al posto
di Matondo (scarso nel rendimento ma pressoché inamovibile sull’out di sua
competenza, come lo è Mihajlovic su quello opposto, ma tra i due non c’è
paragone che tenga…), Nkama che rientra subentrando a L’Ghoul (il
franco-algerino è un giocatore che ha della classe). Inoltre, ma qui lo staff
non ne è responsabile, non sembra esserci nessuno in grado di sostituire al
centro dell’attacco Nivokazi. Sabato si è optato, nuovamente, per Chacon (Nicolas
Rossi, con la squadra ridotta in dieci, è dovuto ripiegare in difesa). Il
risultato lo si è visto.
Con l’Etoile Carouge (che al
Comunale aveva pareggiato al 90° su calcio di rigore concesso ai ginevrini dall’arbitro
Huwiler per un intervento scomposto di Serif Berbic) bisognerà che in campo ci
vada un Bellinzona un po’ diverso.