“Quel gesto andava
punito. Ha preso una decisione in autonomia, non mi piace chi non
rispetta le regole”. Runjaic, il tecnico dell'Udinese, è
netto, ha le idee chiare, e agisce per principi. A Lecce è andata in
onda una scena vista molto raramente su di un campo di calcio. È la
storia di un ammutinamento di un calciatore, contro i propri
compagni, contro il suo allenatore. Il Var decreta un rigore,
inesistente e inventato, per l'Udinese; dovrebbe batterlo Thauvin,
che ha commesso due errori di fila; Lucca si impossessa del pallone,
decide di non mollarlo; respinge i suoi compagni, con cui litiga
platealmente; va sul dischetto, segna ed esulta. Ma è solo, nessuno
lo abbraccia. Passano pochi minuti, precisamente al 36° minuto, e
Runjaic lo sostituisce. Lucca voleva segnare ad ogni costo, il
centravanti ha una spinta che non ha pari, vuole mettere la palla nel
sacco sempre, oltrepassando ogni ostacolo, poco gli importa il resto.
Vive per il gol, è cinico, deve finalizzare, il suo obiettivo ha un
fine realistico e quasi definitivo. Ma alcune regole nel calcio non
possono essere trasgredite; lo spogliatoio, la squadra hanno la
preminenza su tutto; non sono ammesse deroghe; il tutto deve
prevalere sulla parte. E in settimana si discuterà
dell'insubordinazione, alla ripresa degli allenamenti, così ha
chiosato Runjaic.
CALCIO ITALIANO

Lucca e gli ammutinati del calcio