Maignan rinvia sul
suo compagno e subisce un gol incredibile; Pulisic sbaglia un
calcio di rigore; il Milan (sconfitto dai granata per 2 a 1) riesce a pareggiare, ma subisce il
raddoppio, dopo alcuni minuti, il Toro lo infila sugli sviluppi di
una punizione battuta furbescamente. I rossoneri paiono una squadra
disperata, sfortunata, in preda agli umori e con un destino
decisamente avverso. I tifosi sono scatenati, hanno le idee chiare,
urlano e scrivono: Cardinale deve vendere; Conceicao
non è considerato all'altezza. Ma il portoghese è un uomo
verticale, negli spogliatoi si assume le responsabilità e si è
lasciato andare all'ennesimo sfogo. Promette e minaccia: la Champions
sarà conquistata. Comunica: “Sono a lavorare giorno e notte. A
Milanello ci dormirò, non mi frega niente, arriveremo al quarto
posto”. Viso contratto, dito puntato sul tavolo, espressione
posturale prorompente. I giocatori intende spronarli, motivarli,
senza tregua e senza sosta. Peccato che a Torino i suoi abbiano
commesso: “Errori da circo” e preso “gol ridicoli”.
Lui punta sul cuore, sull'anima, sull'orgoglio. Missione quasi
impossibile. Non basta solo crederci. Com'è lontano quel ballo, quel sigaro fumato in Arabia Saudita.
CALCIO ITALIANO

“Volevo dire una cosa veramente di cuore”