Manca
ancora molto al termine della Serie A, ma abbiamo già due certezze:
la prima è che Simone
Inzaghi
difficilmente perderà questo scudetto, soprattutto per lo scarso
livello tecnico degli avversari (le ultime partite in Europa hanno
infatti dimostrato che il calcio italiano se la può giocare alla
pari nelle altre due competizioni, ma non in quella regina), e la
seconda che il Como si salverà in maniera agevole, nonostante ci sia
ancora bisogno di uomini più forti dietro, per puntellare la
retroguardia. Cesc
Fabregas,
alla fine, ha avuto ragione. Dopo tante belle partite che li avevano
però visti penalizzati nel risultato, i suoi ragazzi hanno
finalmente iniziato a invertire la dinamica, e i punti iniziano ad
arrivare. E che punti: nessuno avrebbe immaginato che gli azzurri
lariani avrebbero fatto bottino pieno a Firenze e contro il Napoli. I
complimenti fioccano, e il futuro si fa più roseo. Per tutti: Diao
segna un gol a partita, e Belotti
ha già fatto la prima rete al Benfica. Tutto è bene quel che
finisce bene, col tecnico catalano che, a fine partita, ha
ringraziato i suoi per averci creduto, sfuggendo alla logica della
palla in tribuna. Chi ha davanti un futuro turbolento è invece
Antonio
Conte.
Il tecnico salentino vede la sua squadra in calo alla vigilia dello
scontro diretto con i nerazzurri lombardi, si arrabbia a Como con un
giornalista che sostiene che, in carriera, abbia avuto anche un po'
di fortuna, e potrà alimentare tutta la settimana la sua dietrologia
col giallo mancato al diffidato Mkhitaryan,
che ha subito col Genoa un trattamento diverso dal milanista Fofana,
anch'egli diffidato alla vigilia del derby e, invece correttamente
sanzionato in una situazione analoga. Sarà una settimana
impegnativa, insomma, al netto del fatto che, già ora, si può
affermare che non sia stata una buona mossa cedere il giocatore più
forte in rosa, a metà campionato, per sostituirlo con una riserva
del Milan. L'Inter è forte, sicuramente: ma c'è chi s'impegna a
renderle la vita più semplice.
CAMPIONATO ITALIANO

Inter, le mani sul titolo