CALCIO INTERNAZIONALE
Neymar e Musiala, quando il calcio è libero e bello
Pubblicato il 24.02.2025 06:25
di A. L.
Il calcio moderno è standardizzato: costruzione dal basso; pressing asfissiante; possesso palla. Il dribbling è abolito, la fantasia è considerata un inutile orpello. Comanda l'allenatore e il modulo, non sono ammesse deroghe, il calciatore deve adempiere ai suoi doveri tattici, non può sprigionare il suo talento. Eppure c'è chi dice no. Chi si affida al suo estro. Neymar da Silva Santos Junior è tornato in Brasile. Il suo Santos affrontava l'Inter de Limeira. Il pubblico avversario lo ha beccato pesantemente. Lui li ha provocati, invitandoli ad alzare il tono delle loro urla, mentre si apprestava a battere un calcio d'angolo. E via, ha calibrato una parabola fantastica, ha segnato il classico gol olimpico, direttamente dalla bandierina. Il suo piede fatato ha impresso una traiettoria sublime e imparabile, portiere ingannato e il pallone si è infilato nel palo lontano. Jamal Musiala, nella vittoria del Bayern contro l'Eintracht, ha segnato una rete favolosa quella del 3 a 0. È partito da centrocampo. Ha danzato come una piuma tra gli avversari, è arrivato in area, è caduto, si è rialzato con leggerezza e prontezza, e di sinistro ha trafitto il portiere. Calcio puro: l'istinto appaga l'estetica; il gesto esprime la bellezza, estemporanea e non ripetibile. Lo schema è fallace, è l'ambizione che diventa superbia. Si vuole controllare ciò che deve essere libero.