Andare alla Corner Arena è di nuovo bello. L’aria è cambiata, i volti della gente sono più distesi. È tornata la fiducia. Guardare le partite del Lugano è tornato eccitante. È bastato poco. In fondo era quello che ci si aspetta da un cambio di allenatore.
Certo, la classifica fa sempre paura, anche perché nessuno ha voglia di finire la stagione troppo presto, ma la matematica lascia ancora spazio alla speranza. Chiaro che adesso l’errore non è più permesso.
Qualcuno, comprensibilmente, tira fuori l’esempio del Friborgo: se il Lugano avesse cambiato prima l’allenatore? Se Kruppo fosse arrivato a novembre?
Con i se e con i ma, non si costruisce la storia. Meglio concentrarsi sul presente. Anzi, sulla partita di Ginevra, che sarà di fondamentale importanza. Una partita, quella sì, che vale una stagione.
Intanto però per Luca Fazzini, c’è da vivere una bella emozione: tornerà a vestire rossocrociato.
Tra i più positivi (o forse il più positivo) di questa tormentata stagione bianconera, il Fazz è carico:
“Ho sempre sperato di ricevere ancora questa chiamata. Ora tocca a me dimostrare a Fischer di poter essere utile alla squadra. Devo tirar fuori le mie qualità di sniper”.
Venti reti finora in campionato: un bottino da autentico fuoriclasse, da trascinatore qual è.
E l’ultimo pensiero, prima di imbarcarsi, va proprio al suo Lugano:
“Amo questa maglia e quando le cose vanno male ci soffro. Faccio di tutto per cercare di aiutare la squadra a venir fuori da questo momento delicato. A Ginevra sarà come una finale playoff, ci giochiamo tantissimo”.
Eh già, perché se è vero che bisogna puntare al decimo posto, sarà importante evitare di arrivare tredicesimi, poiché l’Ajoie di Ireland sembra un avversario scorbutico da affrontare in questo momento.
Ma meglio non fare questi tipi di pensieri. Pensiamo positivo.
Certo, la classifica fa sempre paura, anche perché nessuno ha voglia di finire la stagione troppo presto, ma la matematica lascia ancora spazio alla speranza. Chiaro che adesso l’errore non è più permesso.
Qualcuno, comprensibilmente, tira fuori l’esempio del Friborgo: se il Lugano avesse cambiato prima l’allenatore? Se Kruppo fosse arrivato a novembre?
Con i se e con i ma, non si costruisce la storia. Meglio concentrarsi sul presente. Anzi, sulla partita di Ginevra, che sarà di fondamentale importanza. Una partita, quella sì, che vale una stagione.
Intanto però per Luca Fazzini, c’è da vivere una bella emozione: tornerà a vestire rossocrociato.
Tra i più positivi (o forse il più positivo) di questa tormentata stagione bianconera, il Fazz è carico:
“Ho sempre sperato di ricevere ancora questa chiamata. Ora tocca a me dimostrare a Fischer di poter essere utile alla squadra. Devo tirar fuori le mie qualità di sniper”.
Venti reti finora in campionato: un bottino da autentico fuoriclasse, da trascinatore qual è.
E l’ultimo pensiero, prima di imbarcarsi, va proprio al suo Lugano:
“Amo questa maglia e quando le cose vanno male ci soffro. Faccio di tutto per cercare di aiutare la squadra a venir fuori da questo momento delicato. A Ginevra sarà come una finale playoff, ci giochiamo tantissimo”.
Eh già, perché se è vero che bisogna puntare al decimo posto, sarà importante evitare di arrivare tredicesimi, poiché l’Ajoie di Ireland sembra un avversario scorbutico da affrontare in questo momento.
Ma meglio non fare questi tipi di pensieri. Pensiamo positivo.
(foto Zanovello)