La presa di posizione del vicesindaco e capo dello Sport ha creato sorpresa, e per certi versi sconcerto, in Città, e non solo nell’ambiente sportivo. Fabio Käppeli , intervistato da TeleTicino, è stato implacabile con il Bellinzona. Un intervento, il suo, difficile da spiegare a sole 24 ore da quello che l‘ACB ha sempre considerato - al di là del verdetto che si sarebbe registrato sul campo - una serata di festa (per dirla con il presidente, grande cinefilo, una "Serata d‘onore“).
Martignoni Polti se l’è naturalmente legata al dito definendo le dichiarazioni di Käppeli “una caduta di stile”. Il vicesindaco, seppure „incalzato“ da colleghi (che peraltro non fanno altro che il loro mestiere“) poteva benissimo evitare di mettere sul tavolo l‘ormai arcinoto tema dei pagamenti non ancora effettuati o comunque in ritardo (affitto dello stadio), di campi da gioco (di cui si conoscono le condizioni), di mancanza di rispetto delle direttive comunali (inerenti lo stesso problema), e via dicendo. Tutte cose risapute: c‘era proprio bisogno di rimetterle in piazza in occasione di questo evento?
Brenno Martignoni Polti va giù duro: “Dal vicesindaco, alla viglia di un appuntamento storico, ci si sarebbe dovuto aspettare ben altro. In quel ruolo istituzionale Fabio Käppeli, invece di celebrare l‘orgoglio della comunità che presenta, si è lasciato andare a una bieca invettiva personale. L‘evento di martedì ha visto puntare tutti i riflettori nazionali sulla nostra Città. Käppeli ha tradito insana animosità, ergendosi a giudice, e dichiarando che se la gente non viene allo stadio, è perché la popolazione queste cose le ha già notate. Scusate, ma si tratta di un‘uscita da cartellino rosso, in piena caduta di stile che va qui stigmatizzata fermamente”.
Peccato davvero, perché quella di martedì resterà comunque una serata da incorniciare, che ha aggiunto un altro capitolo avvincente alla storia dell’ACB e nella memoria dei suoi tifosi.
Vorremmo in chiusura spendere ancora due parole sull’arbitraggio. Cibelli, arbitro Fifa, friburghese, ha voluto assurgere a protagonista, inserendo nel fischietto il suo di regolamento. Non lo ha comunque applicato con giudizio, con misura e con rispetto delle situazioni createsi sul campo. Insomma, un altro arbitraggio di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Martignoni Polti se l’è naturalmente legata al dito definendo le dichiarazioni di Käppeli “una caduta di stile”. Il vicesindaco, seppure „incalzato“ da colleghi (che peraltro non fanno altro che il loro mestiere“) poteva benissimo evitare di mettere sul tavolo l‘ormai arcinoto tema dei pagamenti non ancora effettuati o comunque in ritardo (affitto dello stadio), di campi da gioco (di cui si conoscono le condizioni), di mancanza di rispetto delle direttive comunali (inerenti lo stesso problema), e via dicendo. Tutte cose risapute: c‘era proprio bisogno di rimetterle in piazza in occasione di questo evento?
Brenno Martignoni Polti va giù duro: “Dal vicesindaco, alla viglia di un appuntamento storico, ci si sarebbe dovuto aspettare ben altro. In quel ruolo istituzionale Fabio Käppeli, invece di celebrare l‘orgoglio della comunità che presenta, si è lasciato andare a una bieca invettiva personale. L‘evento di martedì ha visto puntare tutti i riflettori nazionali sulla nostra Città. Käppeli ha tradito insana animosità, ergendosi a giudice, e dichiarando che se la gente non viene allo stadio, è perché la popolazione queste cose le ha già notate. Scusate, ma si tratta di un‘uscita da cartellino rosso, in piena caduta di stile che va qui stigmatizzata fermamente”.
Peccato davvero, perché quella di martedì resterà comunque una serata da incorniciare, che ha aggiunto un altro capitolo avvincente alla storia dell’ACB e nella memoria dei suoi tifosi.
Vorremmo in chiusura spendere ancora due parole sull’arbitraggio. Cibelli, arbitro Fifa, friburghese, ha voluto assurgere a protagonista, inserendo nel fischietto il suo di regolamento. Non lo ha comunque applicato con giudizio, con misura e con rispetto delle situazioni createsi sul campo. Insomma, un altro arbitraggio di cui avremmo fatto volentieri a meno.
(foto ENLA)