Nel calcio si può sempre
ripartire, le partite non finiscono mai. A Lugano arriva lo
Zurigo, un avversario ostico e che promette di dare battaglia.
L'eliminazione dalla coppa pesa e brucia. Ma serve una reazione
immediata. I bianconeri dovranno affrontare la partita con molte
assenze, tra infortuni e squalifiche. Mancherà anche Croci-Torti.
Il tecnico ha deciso che non sarà dell'incontro, non si farà vedere
dalle parti di Cornaredo, le mure amiche saranno quelle della
sua abitazione. Risponde a una domanda nel merito e spiega: “Penso
che me ne rimarrò tranquillamente a casa a guardarla sulla Tattica
Cam”. Sul tranquillo forse ci sono dubbi. Sarà molto strano
non vederlo aggirarsi nell'area tecnica, con il suo cappellino
d'ordinanza; impartire i dettami ai suoi; incitarli; esultare oppure
sedersi in panca. La panchina per un allenatore è un luogo dove
vorrebbe sempre stare, un posto che non vorrebbe mai abbandonare. Un
tempo stava seduto in un angolo, ora lo si scorge, ai bordi del
campo, ora fermo, ora che cammina. È una presenza che osserva, scruta e motiva. Croci-Torti si fida dei suoi
collaboratori: “I miei assistenti sanno quello che bisogna fare,
le idee sono sempre le stesse”. Come la guarderà a casa? Seduto,
alzato? Impossibile saperlo. E mister: torni presto, c'è una
panchina che l'aspetta, è la sua.
(foto
Pepe Sanchez)