CALCIO ITALIANO
Perché non sarà Fabregas a sostituire Conceicao
Pubblicato il 01.03.2025 07:51
di Silvano Pulga
Se ne dicono e se ne leggono tante, in queste ore sul Milan, e ci sta. Le ultime due sconfitte in campionato, contro squadre che, in classifica, si trovavano dietro o appaiate ai rossoneri, non potevano che provocare un terremoto dalle parti di via Aldo Rossi. Non solo: domani, per Milan-Lazio, è prevista una dura contestazione. Ne avevamo già avuto un anticipo a Bologna, giovedì sera, con i tifosi che si erano presentati senza i tradizionali striscioni, intonando cori di contestazione alla squadra, che ci giungevano affievoliti in tribuna stampa per il grande entusiasmo degli appassionati di casa, che avevano riempito lo stadio in tutti gli ordini di posti. Commentatori e influencer si sono lanciati in analisi e previsioni, come normale in questi casi: quando le cose nello sport vanno male, del resto, si guarda verso il futuro, che per il tifoso è da sempre valvola di sfogo e speranza di rivincita. Non è un mistero che visualizzazioni e audience televisive siano maggiori quando si parla di mercato: il tifo è aspettativa, il presente è un attimo, il passato invecchia. E, mai come in questi casi, lo sport è metafora della vita. Avevamo scritto delle parole di Sérgio Conceiçao in sala stampa al Dall'Ara: in molti, noi compresi, ci hanno letto i sentimenti di un allenatore consapevole di essere alla fine del proprio rapporto con la società rossonera, al termine della stagione. Altri, addirittura, hanno ipotizzato che il tecnico portoghese possa gettare la spugna anche prima, nonostante una semifinale di Coppa Italia (contro l'Inter, tra l'altro) ancora da giocare: l'arrivo di Mauro Tassotti, grande protagonista del Milan del secolo scorso fin dagli anni bui della retrocessione, ufficialmente a puntellare Milan Futuro (altro progetto rossonero in enorme difficoltà), ma personaggio sovradimensionato per quella realtà, potrebbe essere prodromico a una scelta clamorosa. Abbiamo i capelli grigi, e una lunga militanza da appassionati di calcio: ma una scelta del genere, nel Milan, vale a dire sostituire l'allenatore due volte in una stagione, non ce la ricordiamo. Per il prossimo anno, qualcuno ha fatto il nome, oltre che dei soliti italiani liberi da impegni, di Cesc Fabregas. Chi ci legge abitualmente sa che siamo abbastanza pratici di cose comasche, frequentando il Sinigaglia in prima persona: e, in questa veste, ci sentiamo di escluderlo. Il catalano vive in una dimensione, e soprattutto in un club con una filosofia la quale, agli occhi di chi la guarda da fuori, potrebbe risultare abbastanza incomprensibile. La proprietà del Como guarda a lungo termine, e Cesc (che ne fa parte, tra l'altro) ha sposato in pieno il progetto. Se a Como arriverà lo stadio nuovo, il giorno dell'inaugurazione non potrà esserci nessun altro che lui, in panchina. Ha attirato in riva al Lario giovani promettenti, sta costruendo una cosa nuova, ha un budget fuori misura per una realtà calcistica del genere. E, adesso, inizia a raccogliere i frutti di una proposta di gioco forse visionaria per molti, ma non per lui. Cesc Fabregas lo vedremo a San Siro, certamente: tra qualche settimana, quando verrà a giocare contro il Milan alla guida del suo Como.