HC LUGANO
Steinmann, una scelta stuzzicante
Pubblicato il 02.03.2025 16:35
di Marco Maffioletti
Janick Steinmann è dunque il nuovo General Manager del Lugano. Non è una sorpresa, la notizia era nell’aria da parecchi settimane. Il suo trascorso da giocatore, anche nelle fila del Lugano, è noto a tutti. Il 38enne, dopo aver dovuto interrompere la sua carriera proprio in riva al Ceresio per motivi di salute nella stagione 2015-16, aveva iniziato il suo percorso lavorativo nelle fila del suo Zugo ricoprendo diverse cariche, tra qui quella di scout e di assistente allenatore. Nel 2019, a soli 32 anni, la nomina a direttore sportivo del Rapperswil. In questi sei anni Steinmann si è fatto valere. Con lui il Rapperswil ha centrato una storica semifinale e ha conquistato due qualificazioni alla Champions Hockey League terminando la regular season nel top4. Cose fuori di testa per una realtà come quella sangallese, non certo abituata a questo tipo di successi. Che persona è Steinmann? È uno a cui piace avere tutto sotto controllo, è dotato di parecchia personalità ed è molto convinto di sé. D’altronde per fare questo lavoro, devi esserlo. Steinmann ama portare avanti la sua linea e creare dei piani ben definiti. Le sue aspettative nei confronti dei giocatori sono molto alte, è uno che esige tanto. Queste ultime due caratteristiche però le applica pure su sé stesso e risulta dunque essere credibile. A Rapperswil ha portato una ventata di aria fresca. Con il suo fiuto è riuscito a portare nel canton San Gallo giovani ancora semi sconosciuti e li ha fatti crescere facendoli diventare pezzi pregiati del mercato. Alcuni nomi? Nathan Vouardoux, Inaki Baragano ed David Aebischer. Il suo ultimo grande acquisto è stato lo svedese Strömwall, uno degli attaccanti più spettacolari e letali del nostro campionato. La sua perla rimane però evidentemente l’ingaggio di Roman Cervenka. Una citazione se la merita anche l'acquisto di Tyler Moy. Ovviamente pure Steinmann ha sbagliato qualche mossa. L’ex bianconero Connolly e Jordan Schroeder ad esempio non sono stati stranieri all’altezza della situazione. Altre promesse, come Elsener o Grossniklaus, non sono sbocciate e nemmeno l’ingaggio di Lukas Lhotak è stato coronato dal successo. Ma questo è il destino di ogni direttore sportivo. Nessuno è infallibile. Nel complesso la scelta di Steinmann, sicuramente intrigante e stuzzicante, è ponderata. Il know-how è ottimo e malgrado la giovane età il nativo di Zugo ha saputo costruirsi una bella rete di contatti e gode di un’ottima reputazione. A Rapperswil, piccola particolarità, Janick durante le partite tra una pausa e l’altra parlava al pubblico e analizzava le immagini salienti che venivano mostrate sul maxischermo. È dunque una persona a cui piace comunicare e che ama la trasparenza. Per lui il cambiamento sarà evidentemente grande. Le aspettative a Lugano sono ben maggiori rispetto che nella “Rosenstadt”, la pressione è tosta e anche l’interesse mediatico sarà moltiplicato per venti. Steinmann ne è conscio, sa cosa l’attende. Il suo vantaggio? In fondo ha poco da perdere, fare peggio della stagione attuale è praticamente impossibile. Con qualche straniero azzeccato e dei piccoli ritocchi potrà sicuramente migliorare la squadra. L’importante sarà concedergli tempo (anni, non mesi evidentemente) e dargli carta bianca. Steinmann non è uno che si fa pestare i piedi, è stranoto, e se la dirigenza bianconera lo ha scelto c’è quindi da attendersi che il nuovo GM possa lavorare in perfetta autonomia e senza dover scendere a compromessi, come accaduto in passato con Hnat Domenichelli.