Era il 2 luglio del 2024, quando il Lugano comunicò l’esonero
di Ludovico Moresi e Dario Rota, allenatore e assistente della seconda squadra
bianconera, riconosciuta nella Prima Promotion come Under 21.
Ludovico Moresi, da quel giorno, è ancora in attesa di una panchina:
“Sto facendo un mio lavoro personale con il calcio, legato soprattutto alle statistiche. Qualcosa che potrà essermi utile in futuro”.
Il futuro, come per ogni allenatore, è spesso un’incognita, soprattutto quando si è in attesa di una chiamata:
“Ho avuto qualche contatto, ma niente di veramente concreto. Non sono comunque preoccupato né stressato, so quali siano le tempistiche nel calcio”.
E la Svizzera, oltretutto, è un paese piccolo:
“Esatto, ormai la Super League non mi chiama per evidenti motivi e in Challenge League ci sono soltanto dieci squadre. Sarei aperto anche a una Prima Promotion ambiziosa, ma è probabile che alla fine dovrò andare all’estero”.
Una soluzione che non gli dispiace:
“Anzi, sarebbe un’esperienza che avrei voglia di provare, soprattutto in campionati come quello italiano o spagnolo. Anche partendo dal basso”.
Della sua ex squadra, ha visto qualche partita:
“La situazione mi sembra identica a quella che avevo lasciato. È tutto molto improvvisato e mi spiace per l’allenatore (Zanetti, ndr), che deve vivere una situazione surreale che conosco molto bene”.
L’analisi è dura:
“Non esiste programmazione, nessun investimento: quando ti alleni in otto in settimana, è difficile riuscire a preparare bene la partita del weekend”.
Si salveranno?
“Lo spero, anche se non credo che il club abbia tutto questo interesse nel mantenere il posto nella categoria. Purtroppo il Lugano è forse la società che dà meno importanza ai giovani dell’intera Svizzera”.
Della prima squadra invece cosa pensa?
“Credo che la grande fortuna sia la gestione tecnica, dove Croci-Torti riesce a colmare le lacune che ci sono da parte della società. La squadra è forte, ha 16-17 titolari che in Super League sono da considerare tra i migliori. Tra assenze e qualche episodio negativo, è in un momento delicato, ma sono sicuro che si riprenderà”.
Può vincere il campionato?
“Ne ha le potenzialità, anche perché mi sembra un campionato a “ciapa no”. Insomma, solitamente le squadre che vincevano il titolo, a questo punto della stagione avevano molti più punti. Questo campionato invece ti permette sempre di rientrare”.
Del Bellinzona invece che impressione ha?
“È una realtà che conosco meno, ma ho visto delle partite in televisione e ho l’impressione che la squadra abbia un bel potenziale. Le prestazioni sono quasi sempre state positive, ma per qualche episodio, hanno perso dei punti. Peccato vederli in quella posizione di classifica”.
Ludovico Moresi, da quel giorno, è ancora in attesa di una panchina:
“Sto facendo un mio lavoro personale con il calcio, legato soprattutto alle statistiche. Qualcosa che potrà essermi utile in futuro”.
Il futuro, come per ogni allenatore, è spesso un’incognita, soprattutto quando si è in attesa di una chiamata:
“Ho avuto qualche contatto, ma niente di veramente concreto. Non sono comunque preoccupato né stressato, so quali siano le tempistiche nel calcio”.
E la Svizzera, oltretutto, è un paese piccolo:
“Esatto, ormai la Super League non mi chiama per evidenti motivi e in Challenge League ci sono soltanto dieci squadre. Sarei aperto anche a una Prima Promotion ambiziosa, ma è probabile che alla fine dovrò andare all’estero”.
Una soluzione che non gli dispiace:
“Anzi, sarebbe un’esperienza che avrei voglia di provare, soprattutto in campionati come quello italiano o spagnolo. Anche partendo dal basso”.
Della sua ex squadra, ha visto qualche partita:
“La situazione mi sembra identica a quella che avevo lasciato. È tutto molto improvvisato e mi spiace per l’allenatore (Zanetti, ndr), che deve vivere una situazione surreale che conosco molto bene”.
L’analisi è dura:
“Non esiste programmazione, nessun investimento: quando ti alleni in otto in settimana, è difficile riuscire a preparare bene la partita del weekend”.
Si salveranno?
“Lo spero, anche se non credo che il club abbia tutto questo interesse nel mantenere il posto nella categoria. Purtroppo il Lugano è forse la società che dà meno importanza ai giovani dell’intera Svizzera”.
Della prima squadra invece cosa pensa?
“Credo che la grande fortuna sia la gestione tecnica, dove Croci-Torti riesce a colmare le lacune che ci sono da parte della società. La squadra è forte, ha 16-17 titolari che in Super League sono da considerare tra i migliori. Tra assenze e qualche episodio negativo, è in un momento delicato, ma sono sicuro che si riprenderà”.
Può vincere il campionato?
“Ne ha le potenzialità, anche perché mi sembra un campionato a “ciapa no”. Insomma, solitamente le squadre che vincevano il titolo, a questo punto della stagione avevano molti più punti. Questo campionato invece ti permette sempre di rientrare”.
Del Bellinzona invece che impressione ha?
“È una realtà che conosco meno, ma ho visto delle partite in televisione e ho l’impressione che la squadra abbia un bel potenziale. Le prestazioni sono quasi sempre state positive, ma per qualche episodio, hanno perso dei punti. Peccato vederli in quella posizione di classifica”.