Per chi volesse un’ulteriore dimostrazione, la differenza tra essere un guru e un semplice idiota è simile alle sottili corde usate dagli acrobati del circo per le loro esibizioni. Luca Cereda, 43 anni, ha vissuto in questi lunghi anni al timone dell’Ambrì questo fatto sulla propria pelle e ne è cosciente. Quali sarebbero state le reazioni di una (piccola) parte del popolo biancoblù attivo nei social media se il Rapperswil avesse segnato a porta vuota condannando i leventinesi alle vacanze anticipate? Semplice, un vero scempio che è decisamente meglio risparmiarsi. Quante volte è stato messo in croce e tacciato d’incompetenza e quante sue decisioni sono state criticate spesso a sproposito e con cattiveria? Semplicemente, nello sport, in qualità di allenatore, puoi anche prendere le decisioni giuste, senza venire però ripagato, perché di fronte ci sta pure un avversario. E come detto e ridetto, mancherà sempre una controprova. Il tecnico ha fatto bene a togliere il portiere a poco meno di 3’ dalla fine con un ingaggio in attacco. Già, anche se il tiro di Strömwall a porta incustodita fosse terminato in rete. Cereda è stato inoltre umile e ha dimostrato di essere un vero teamplayer con il suo staff, citando i meriti di Eric Landry nel corso del timeout.
E che dire della sua uscita ai microfoni dei vari colleghi? Ancora prima di parlare della partita, l’ex numero 16 ha preferito iniziare l’intervista parlando della freschissima paternità di Chris DiDomenico. Insomma, ci sono cose più importanti dell’hockey. Stavolta a Rapperswil è andata bene, Cereda e il suo Ambrì sono stati ripagati, per una volta anche un pizzico di dea bendata, che spesso in passato aveva voltato la faccia, è stata amica.
Il mio giudizio in merito all’operato dello staff tecnico non sarebbe cambiato anche in caso di un’eliminazione. Un tiro sporcato, una penalità, un rimbalzo, non possono incidere e non fanno testo sulla disamina di un operato. Fa molto piacere che il club sopracenerino abbia passato questo scoglio. Per alcuni sarà solo un piccolo passo, ma per altri questo passo è grande e significa molto. Il pensiero va a tutti i volontari che si prodigano per la società, ai dipendenti del club che sono dietro le quinte in ufficio, ai giocatori, specialmente quelli che fanno parte dell’inventario e spesso criticati come ad esempio Zwerger e i fratelli Dotti. Ci si rallegra per loro, oltre che per lo staff tecnico e i tifosi. Tutta gente che si prodiga per il bene dell’Ambrì e in passato spesso rimasta delusa e non ricompensata a dovere con qualche bel risultato. Ora una bella soddisfazione è arrivata, la speranza è che tra tre giorni se ne possa vivere un’altra ancora maggiore.
E che dire della sua uscita ai microfoni dei vari colleghi? Ancora prima di parlare della partita, l’ex numero 16 ha preferito iniziare l’intervista parlando della freschissima paternità di Chris DiDomenico. Insomma, ci sono cose più importanti dell’hockey. Stavolta a Rapperswil è andata bene, Cereda e il suo Ambrì sono stati ripagati, per una volta anche un pizzico di dea bendata, che spesso in passato aveva voltato la faccia, è stata amica.
Il mio giudizio in merito all’operato dello staff tecnico non sarebbe cambiato anche in caso di un’eliminazione. Un tiro sporcato, una penalità, un rimbalzo, non possono incidere e non fanno testo sulla disamina di un operato. Fa molto piacere che il club sopracenerino abbia passato questo scoglio. Per alcuni sarà solo un piccolo passo, ma per altri questo passo è grande e significa molto. Il pensiero va a tutti i volontari che si prodigano per la società, ai dipendenti del club che sono dietro le quinte in ufficio, ai giocatori, specialmente quelli che fanno parte dell’inventario e spesso criticati come ad esempio Zwerger e i fratelli Dotti. Ci si rallegra per loro, oltre che per lo staff tecnico e i tifosi. Tutta gente che si prodiga per il bene dell’Ambrì e in passato spesso rimasta delusa e non ricompensata a dovere con qualche bel risultato. Ora una bella soddisfazione è arrivata, la speranza è che tra tre giorni se ne possa vivere un’altra ancora maggiore.