«Eravamo reduci da due sconfitte, sapevamo che a Bellinzona ci si presentava un ostacolo duro da superare. Ci abbiamo creduto, per cui sono molto contento".
È Marco Hämmerli (nella foto ENLA) allenatore del Wil, a mettersi a nostra disposizione subito dopo il triplice fischio finale del signor Jaussi, come al solito contestato da parte di una frangia di tifosi che gli rimproverano di avere estratto il cartellino giallo solo ai danni dei granata. A dire il vero l’arbitro bernese ha ammonito più giocatori del Wil (tre) che non del Bellinzona (Mihajlovic e Nkama). Lo scarto di tre gol a ben guardare è eccessivo ma bisogna convenire che la squadra di Manuel Benavente non è praticamente mai entrata in partita.
Ancora Hämmerli: “Ritengo che un po‘ di merito ce l’abbiamo anche noi. La mia squadra ha offerto una prestazione top. Siamo molto giovani, i ragazzi hanno tenuto straordinariamente il campo. Ne vado orgoglioso“.
Il mister dei sangallesi non è che sia rimasto deluso della prova dei granata:
"Ho visto il Bellinzona nella gara di coppa con il Losanna, dove ha disputato una super partita. Il penultimo posto che occupa in classifica non corrisponde assolutamente al ‚valore‘ della squadra. Difficile per me capirne il motivo“.
Al termine dei primi 45 minuti era lecito attendersi una reazione da parte di giocatori incapaci di vincere un solo duello e contrasto, non parliamo poi - ma questo è un discorso vecchio - di tiri in porta. Primo tempo pietoso con giocatori che non hanno praticamente toccato palla. Su tutti Nicolas Rossi che era stato presentato al suo arrivo con un biglietto da visita stuzzicante: un uruguagio, fu precisato, che ha fama di goleador.
Un altro elemento letteralmente fuori fase è Thomas Chacon: a dire il vero il numero 10 è da qualche partita che gira a vuoto sul campo. Si sono però visti altri giocatori sotto tono. Senza generalizzare, come sarebbe il caso, Nivokazi è sembrato ‘incollato’ al terreno da gioco, Nkama si è fatto notare solo in occasione di una punizione (calciata a regola d’arte) verso il 60.esimo minuto. In mezzo a tanto grigiore non è emerso nemmeno Jonathan Sabbatini, peraltro menomato da una ‘testata’ di Simone Rapp già nei primi minuti. A rendersi pericolosi davanti a Musljia sono stati in pratica due difensori: Sauter, già ‘testa d oro’ in più occasioni, ha tentato, invano, di ripetersi con in paio di incornate, Mihajlovic ci ha provato, allo scadere del primo tempo, con uno ‘spiovente’ sull’incrocio dei pali.
In inizio di ripresa era sembrato che la squadra da evanescente e svagata si fosse rimessa in piedi. Ma si è trattato di un fuoco di paglia. Grazie a Fabio Lymann, chiamato a prendere il posto di Chacon (se l’uruguagio continua a giocare così non manda sicuramente segnali di ottimismo) qualcosa in più si è visto in fase offensiva. Il ventiduenne, ex Rapperswil, si è destreggiato bene costringendo il diciannovenne portiere del Wil a compiere un paio o tre di interventi. Senz’altro ha vivacizzato un attacco debole di iniziative (e di uomini).
Insomma il Bellinzona è uscito una volta di più con la testa rotta. Continuando di questo passo l’inferno non è lontano. Sarà meglio sedersi su un divano e discuterne, prima che sia troppo tardi. Che cosa sta succedendo? Benavente ha delle responsabilità? Ha delle colpe se utilizza i giocatori che gli passa il ‚convento‘? Sono per davvero dei fenomeni i vari Matondo, Rossi, Perrault, Souza e via dicendo?
È Marco Hämmerli (nella foto ENLA) allenatore del Wil, a mettersi a nostra disposizione subito dopo il triplice fischio finale del signor Jaussi, come al solito contestato da parte di una frangia di tifosi che gli rimproverano di avere estratto il cartellino giallo solo ai danni dei granata. A dire il vero l’arbitro bernese ha ammonito più giocatori del Wil (tre) che non del Bellinzona (Mihajlovic e Nkama). Lo scarto di tre gol a ben guardare è eccessivo ma bisogna convenire che la squadra di Manuel Benavente non è praticamente mai entrata in partita.
Ancora Hämmerli: “Ritengo che un po‘ di merito ce l’abbiamo anche noi. La mia squadra ha offerto una prestazione top. Siamo molto giovani, i ragazzi hanno tenuto straordinariamente il campo. Ne vado orgoglioso“.
Il mister dei sangallesi non è che sia rimasto deluso della prova dei granata:
"Ho visto il Bellinzona nella gara di coppa con il Losanna, dove ha disputato una super partita. Il penultimo posto che occupa in classifica non corrisponde assolutamente al ‚valore‘ della squadra. Difficile per me capirne il motivo“.
Al termine dei primi 45 minuti era lecito attendersi una reazione da parte di giocatori incapaci di vincere un solo duello e contrasto, non parliamo poi - ma questo è un discorso vecchio - di tiri in porta. Primo tempo pietoso con giocatori che non hanno praticamente toccato palla. Su tutti Nicolas Rossi che era stato presentato al suo arrivo con un biglietto da visita stuzzicante: un uruguagio, fu precisato, che ha fama di goleador.
Un altro elemento letteralmente fuori fase è Thomas Chacon: a dire il vero il numero 10 è da qualche partita che gira a vuoto sul campo. Si sono però visti altri giocatori sotto tono. Senza generalizzare, come sarebbe il caso, Nivokazi è sembrato ‘incollato’ al terreno da gioco, Nkama si è fatto notare solo in occasione di una punizione (calciata a regola d’arte) verso il 60.esimo minuto. In mezzo a tanto grigiore non è emerso nemmeno Jonathan Sabbatini, peraltro menomato da una ‘testata’ di Simone Rapp già nei primi minuti. A rendersi pericolosi davanti a Musljia sono stati in pratica due difensori: Sauter, già ‘testa d oro’ in più occasioni, ha tentato, invano, di ripetersi con in paio di incornate, Mihajlovic ci ha provato, allo scadere del primo tempo, con uno ‘spiovente’ sull’incrocio dei pali.
In inizio di ripresa era sembrato che la squadra da evanescente e svagata si fosse rimessa in piedi. Ma si è trattato di un fuoco di paglia. Grazie a Fabio Lymann, chiamato a prendere il posto di Chacon (se l’uruguagio continua a giocare così non manda sicuramente segnali di ottimismo) qualcosa in più si è visto in fase offensiva. Il ventiduenne, ex Rapperswil, si è destreggiato bene costringendo il diciannovenne portiere del Wil a compiere un paio o tre di interventi. Senz’altro ha vivacizzato un attacco debole di iniziative (e di uomini).
Insomma il Bellinzona è uscito una volta di più con la testa rotta. Continuando di questo passo l’inferno non è lontano. Sarà meglio sedersi su un divano e discuterne, prima che sia troppo tardi. Che cosa sta succedendo? Benavente ha delle responsabilità? Ha delle colpe se utilizza i giocatori che gli passa il ‚convento‘? Sono per davvero dei fenomeni i vari Matondo, Rossi, Perrault, Souza e via dicendo?