Il calcio è sentimento, emozioni. Non sono parole nostre: le ha usate (forse a sproposito, chissà) il presidente del Senato italiano, equivalente pressapoco al Consiglio degli Stati elvetico, intervistato dal programma d'inchiesta televisivo Report della RAI, in una puntata dove si parlava dei mali del calcio d'oltre confine. Di sicuro, per accorrere in quasi 60.000 per un quarto di finale della coppa nazionale ai primi di febbraio, a San Siro, per vedere un confronto tra Milan e Roma, due compagni oggi pressapoco a metà classifica in campionato ci vuole, appunto, sentimento.
La molla sono stati i nuovi arrivi rossoneri: un mercato di riparazione forse incompleto, che ha di sicuro sconfessato quasi del tutto quello estivo, compresa la partenza dell'allenatore, avvenuta (come noto) già il mese scorso. Poi gli eventi recenti, come la lite Calabria/Conceiçao al termine di Milan-Parma sotto gli occhi increduli del pubblico che stava festeggiando una vittoria in extremis. Insomma, una situazione infuocata, che aveva dato la stura a polemiche e contestazioni.
Serviva, quindi, una svolta sentimentale, appunto. E la dirigenza rossonera ci ha provato, portando a Milano nomi nuovi e affascinanti. Sarà il campo a giudicare, ovviamente. Ieri sera si è vista una squadra ancora traballante dietro, dove i romanisti arrivavano sovente primi sulle seconde palle e, soprattutto, si sono resi pericolosi di testa, segnando un gol, scheggiando una traversa e facendo tremare il pubblico di casa in più di un'occasione. Alla fine, però, la squadra di casa ha prevalso. E lo ha fatto mettendo in cassaforte il risultato con una combinazione tra i due nuovi arrivati Santiago Giménez e João Félix, chiusa da quest'ultimo insaccando con un tocco beffardo e pregevole. Il vecchio tifoso milanista ci ha visto lo spirito di alcuni campioni passati da qua con quella maglia. Il vostro cronista e il direttore, più sobriamente, attendono continuità, mentre in sala stampa si facevano discorsi che avrebbero fatto inorridire gli scaramantici. Eh sì: il calcio è sentimento.
La molla sono stati i nuovi arrivi rossoneri: un mercato di riparazione forse incompleto, che ha di sicuro sconfessato quasi del tutto quello estivo, compresa la partenza dell'allenatore, avvenuta (come noto) già il mese scorso. Poi gli eventi recenti, come la lite Calabria/Conceiçao al termine di Milan-Parma sotto gli occhi increduli del pubblico che stava festeggiando una vittoria in extremis. Insomma, una situazione infuocata, che aveva dato la stura a polemiche e contestazioni.
Serviva, quindi, una svolta sentimentale, appunto. E la dirigenza rossonera ci ha provato, portando a Milano nomi nuovi e affascinanti. Sarà il campo a giudicare, ovviamente. Ieri sera si è vista una squadra ancora traballante dietro, dove i romanisti arrivavano sovente primi sulle seconde palle e, soprattutto, si sono resi pericolosi di testa, segnando un gol, scheggiando una traversa e facendo tremare il pubblico di casa in più di un'occasione. Alla fine, però, la squadra di casa ha prevalso. E lo ha fatto mettendo in cassaforte il risultato con una combinazione tra i due nuovi arrivati Santiago Giménez e João Félix, chiusa da quest'ultimo insaccando con un tocco beffardo e pregevole. Il vecchio tifoso milanista ci ha visto lo spirito di alcuni campioni passati da qua con quella maglia. Il vostro cronista e il direttore, più sobriamente, attendono continuità, mentre in sala stampa si facevano discorsi che avrebbero fatto inorridire gli scaramantici. Eh sì: il calcio è sentimento.
(Foto SP)