È difficile capire cosa sia realmente successo questa sera a Thun, dove, per farla breve, è capitato di tutto.
Un 5 a 4, nemmeno in questo calcio moderno, fatto di VAR e di decisioni che spesso vengono vagliate al microscopio, lo si vede spesso.
Il Lugano sembrava in controllo e si è fatto rimontare, poi, una volta sotto, con un uomo in meno (espulsione di Hajdari, giustissima, e rigore), è stato bravissimo a pareggiare con Doumbia e riportare la sfida ai rigori.
Alla fine i bianconeri sono usciti, sbagliandone ben tre su quattro, mentre Saipi non ne ha parato nemmeno uno. A dire la verità, non ci è mai andato vicino.
Peccato, perché il Celje, come già detto dopo la sfida dell’andata, era un avversario che si poteva battere. Ovviamente, se si incassano quattro reti in casa, allora diventa tutto più difficile. E peccato, perché dopo un buon primo tempo, la squadra di Croci-Torti è un po' calata.
Non è bastata nemmeno la doppietta di Koutsias, il migliore in campo, perché la difesa, anche stasera, si è dimostrata tutt’altro che impermeabile.
Un Lugano ha un problema, e anche stasera anche contro il Celje è sembrato evidente: questa squadra manca di solidità.
L’aspetto positivo è legato alla crescita di qualche elemento e alla ritrovata verve realizzativa.
Ora bisogna smaltire la delusione e guardare avanti, al campionato che domenica a Cornaredo continua, con la visita del Winterthur.
Perché fuori dalle coppe, ora resta solo un traguardo. E non si può fallirlo. Bisogna arrivare almeno in Europa, altrimenti sarà una stagione veramente negativa.

(Foto Pedra)