Ci sono serate di calcio che non sono come le altre. Ci sono partite che, in un senso o nell'altro, rimangono nella storia di un club. E quella di ieri sera a Thun verrà ricordata a lungo, anche se, purtroppo per i tifosi bianconeri, non per essere riusciti a festeggiare alla fine. Lo avrebbero meritato i ragazzi di Mattia Croci-Torti? Certamente sul piano del coraggio e della voglia le quali, però, sul campo, non sono state sorrette dalla giusta disciplina tattica: quattro reti incassate sono veramente tante. E venire eliminati dopo averne messe a segno cinque è qualcosa sul quale bisognerà riflettere, al netto dei complimenti che vanno fatti ai sottocenerini per l'atteggiamento: non è da tutti, in inferiorità numerica, e dopo aver incassato una rete che poteva essere decisiva, non scomporsi e trovare invece la forza per rimettere di nuovo in bilico una sfida che gli avversari pensavano di avere già in tasca. Purtroppo, alla prova dei calci di rigore, i bianconeri hanno fallito, com'era accaduto a Berna in finale di coppa svizzera. E, va detto, anche se lo hanno già scritto tanti altri, che un finale più amaro di questo Eupalla, la bizzosa dea del calcio, non se lo poteva inventare.
Rammarico? Tantissimo. Gli sloveni del Celje sono apparsi una formazione abbordabilissima e più che permeabile in difesa. Il Lugano paga l'aver incassato, in entrambe le sfide, gol evitabili. Si parlerà a lungo del rigore finale che, in altri tempi, forse non sarebbe stato fischiato, visto che Hajdari arriva prima sul pallone. Oggi, però, i parametri del calcio sono cambiati; e la massima punizione e l'espulsione del giocatore sono così provvedimenti corretti e inevitabili. Peccato perché, rivedendo il film dell'incontro, è stato l'episodio decisivo, senza il quale i bianconeri avrebbero ottenuto un traguardo prestigiosissimo, e mai raggiunto nella storia del club.
E adesso? Bisognerà ripartire dalle parole di Mattia Croci-Torti, a fine gara. La delusione, gli errori individuali e di squadra non devono far dimenticare che la prova è stata maiuscola dal punto di vista dell'impegno e dell'attitudine. Nel primo tempo, con i bianconeri più freschi fisicamente, si sono visti davvero sprazzi di ottimo calcio. E la reazione bianconera alla rete del pareggio sloveno, venuta dopo il primo vero affondo da parte degli ospiti (un macigno dal punto di vista psicologico) è stata da uomini veri, proprio come aveva chiesto il Crus a Sion, domenica scorsa. Il greco Koutsias, dopo quanto fatto vedere ieri, potrebbe davvero aver trovato una dimensione e l'equilibrio per trascinare i compagni in un incandescente finale di stagione. Ecco, nella delusione bisognerà portarsi a casa gli aspetti positivi.
Come già scritto, ai sottocenerini resta solo il campionato. Ed è attraverso un piazzamento tra le prime che si potrà provare a calcare di nuovo questi palcoscenici, regalandosi e regalando queste emozioni. Il calcio, del resto, vive di queste cose: senza, è un giuoco come un altro.
Rammarico? Tantissimo. Gli sloveni del Celje sono apparsi una formazione abbordabilissima e più che permeabile in difesa. Il Lugano paga l'aver incassato, in entrambe le sfide, gol evitabili. Si parlerà a lungo del rigore finale che, in altri tempi, forse non sarebbe stato fischiato, visto che Hajdari arriva prima sul pallone. Oggi, però, i parametri del calcio sono cambiati; e la massima punizione e l'espulsione del giocatore sono così provvedimenti corretti e inevitabili. Peccato perché, rivedendo il film dell'incontro, è stato l'episodio decisivo, senza il quale i bianconeri avrebbero ottenuto un traguardo prestigiosissimo, e mai raggiunto nella storia del club.
E adesso? Bisognerà ripartire dalle parole di Mattia Croci-Torti, a fine gara. La delusione, gli errori individuali e di squadra non devono far dimenticare che la prova è stata maiuscola dal punto di vista dell'impegno e dell'attitudine. Nel primo tempo, con i bianconeri più freschi fisicamente, si sono visti davvero sprazzi di ottimo calcio. E la reazione bianconera alla rete del pareggio sloveno, venuta dopo il primo vero affondo da parte degli ospiti (un macigno dal punto di vista psicologico) è stata da uomini veri, proprio come aveva chiesto il Crus a Sion, domenica scorsa. Il greco Koutsias, dopo quanto fatto vedere ieri, potrebbe davvero aver trovato una dimensione e l'equilibrio per trascinare i compagni in un incandescente finale di stagione. Ecco, nella delusione bisognerà portarsi a casa gli aspetti positivi.
Come già scritto, ai sottocenerini resta solo il campionato. Ed è attraverso un piazzamento tra le prime che si potrà provare a calcare di nuovo questi palcoscenici, regalandosi e regalando queste emozioni. Il calcio, del resto, vive di queste cose: senza, è un giuoco come un altro.
(Foto Pedra)