Non sarà stato facile prendere sonno stanotte per
Croci-Torti: oltre all’orario in cui avrà potuto posare la testa sul cuscino,
chissà quali pensieri gli saranno frullati per la testa dopo l’incredibile
eliminazione per mano del Celje.
Molti i motivi per essere, se non proprio arrabbiato, almeno un po’ deluso. Anche se lui, nelle interviste, ha comunque dichiarato di essere orgoglioso di ciò che ha fatto la sua squadra.
Tante le immagini di una partita che non sarà facile dimenticare.
Ma rivediamo, uno per uno, i “flash” che ci resteranno a lungo in mente della notte di Thun.
Partendo proprio dalla fine.
Molti i motivi per essere, se non proprio arrabbiato, almeno un po’ deluso. Anche se lui, nelle interviste, ha comunque dichiarato di essere orgoglioso di ciò che ha fatto la sua squadra.
Tante le immagini di una partita che non sarà facile dimenticare.
Ma rivediamo, uno per uno, i “flash” che ci resteranno a lungo in mente della notte di Thun.
Partendo proprio dalla fine.
-Il Lugano sotto la propria curva, dopo aver vinto una
partita e segnando cinque gol, non può festeggiare. È fuori dalla Conference
League. L’avessimo scritto prima della partita, che i bianconeri avrebbero segnato
cinque reti, ci avrebbero presi per pazzi. E invece…
-Capitan Steffen che vuol andare in curva a farsi giustizia
da solo. Qualche tifoso gli avrà gridato sicuramente una brutta frase (o gli avrà
fatto un brutto gesto), ma lui deve gestire meglio questo tipo di situazioni. L’immagine
è inguardabile, anche se Croci-Torti lo riporta alla ragione e il resto della curva lo applaude. Scene da
evitare.
-Pochi minuti prima Steffen era sul dischetto per cercare di
trasformare il suo rigore: purtroppo, una “telefonata” che il portiere sloveno
ha intuito. Terzo rigore sbagliato degli ultimi quattro tirati. E c’era chi si
scandalizzava perché il Renatone nazionale non li tirava più. Ora sappiamo
perché.
-Il rigore di Przybylko verrà ricordato a lungo. Non tanto
per l’errore, che capita a tanti, soprattutto a Lugano ultimamente, ma per il
modo in cui è stato tirato. Una palla che va due metri sopra la traversa l’avevamo
vista raramente. Nemmeno Sabbatini aveva osato tanto.
-Il gol di Doumbia, dopo un’azione caparbia di Steffen e una
rovesciata acrobatica di Zanotti, è stato un momento di esaltazione collettiva, che ha fatto pensare che qualcosa stesse per cambiare nella stagione del Lugano. Purtroppo
non è stato questo l'atteso “turning point”.
-Quattro gol anche ieri sera e dalla partita con l’YB non si
ricorda una vera parata di Saipi. Ormai ogni tiro è praticamente gol. Certo, non sono
sempre errori suoi, e ci mancherebbe, ma ogni tanto sarebbe anche bello se
potesse fare il famoso “big-save”. Che invece non fa mai. Qualcuno ha pure
detto che si tratta di un “pararigori”.
-Abbiamo capito che da Chicago è arrivato un attaccante
vero. Koutsias, se servito bene, come fatto da Steffen ieri sera, è uno che la
butta dentro. Sarà importante che in questo finale di stagione, almeno lui, stia
bene e possa giocare con regolarità.
-Quel pallone non spazzato da Grgic, è un’altra immagine che
fa male, di un momento maledetto, dove ogni errori lo si paga a caro prezzo. Il centrocampista, nel pieno della sua area, non
deve fare altro che spedire quella palla lontana, anche in tribuna. Invece la
vuole dare a Steffen, che però è stanco e non ci arriva. Il Celje la recupera e
segna. A volte bisogna essere meno belli ma più cinici. Soprattutto in questi
momenti.
-Il rigore e il rosso di Hajdari hanno cambiato la partita.
Inutile prendersela con il regolamento che parla chiaro. Non basta dire “ho
preso il pallone”, se poi rischi di spaccare la gamba a un avversario. Certi
interventi non si possono fare. E come ormai avranno capito tutti, non vengono
fischiati solo in Super League.
(Foto Pedra)