Ci eravamo lasciati così, in una sorta di rito costante a fine stagione, 5 volte dal 2013 al 2019 (tranne l’ormai famoso 2015 delle discussioni infinite quando vinse Jorge Lorenzo su Valentino Rossi, con lui ago non riuscito della bilancia). Ci eravamo lasciati nel 2019, dopo averlo visto debuttare e crescere, dominando, in tutte le categorie. Poi il Covid separò le nostre strade, nel 2020, l’anno per lui maledetto per il duplice infortunio a Jerez che lo portò dentro un tunnel nero. Infinito.
Marc Marquez è tornato, pian piano, separandosi dalla Honda, trovando una nuova dimora nella Ducati del Team Gresini l’anno scorso, tornando al successo di tappa, ma era chiaro a tutti gli appassionati e conoscitori del motomondiale, che alla fine sarebbe tornato laddove più gli competeva. Davanti a tutti. Perché ha saputo risorgere come una Fenice da quattro operazioni, il calvario patito ed i dubbi, le paure. Merito di due famiglie. La sua e quella del Team Gresini, dove si è fatto della resilienza una forza incredibile. La scomparsa di Daijiro Kato nel 2003, quella di Marco Simoncelli nel 2011, quando a Coriano Fausto Gresini mi disse in un lungo abbraccio: “ed ora come farò ad andare avanti?”. Ci è andato, fino a quel maledetto Covid (ancora lui) che si portò via Fausto nel 2021 a soli 60 anni, cementando ulteriormente quel “Team Famiglia” attraverso la moglie Nadia, i figli e la figura imprescindibile a livello organizzativo ed umano di Carlo Merlini.
Carlo mi accoglieva nell’hospitality del Team assieme a “Beppe” come se fossi stato uno di casa loro, ed è stato proprio questo spirito di famiglia, contagioso, che ha ridato forza a Marc Marquez nel 2024, in squadra col fratello, una famiglia nella famiglia. Il resto è storia recentissima, quasi inevitabile. Ha avuto una seconda occasione di tornare pilota ufficiale, Dall’Igna non ha avuto dubbi nel portare il migliore sulla moto dominate della passata stagione, la GP24 della Ducati, un’astronave di perfezione. E le prime due gare del 2025 hanno recitato semplicemente lo spartito previsto: 2 pole, 2 sprint race vinte, 2 GP da primo, 74 punti e già una prima “mazzata” alle speranze degli avversari. Basti pensare al campione del mondo Jorge Martin fermo per infortunio a quota zero. Unico rivale finora? Il fratello Alex, secondo in tutto, anche nel mondiale, a -16 da Marc. Certo, siamo solo agli inizi. Morbidelli ha trovato un podio che mancava da 4 anni, Bagnaia non è lontano, Zarco ha dato un po’ di luce alla Honda, sesta dietro a 5 Ducati.
Ma la sensazione è quella di un ritorno al passato, come quando ci eravamo lasciati, tra interviste a fine stagione a festeggiare titoli su titoli e quella sensazione di essere di un altro pianeta. A volte, quelli forti e che meritano, ritornano. Servono però sempre due fattori: una famiglia e chi crede in loro.