E così, adesso, è sicuro: sarà Giuseppe
Sannino a rimpiazzare Manuel Benavente, esonerato dopo la sconfitta di domenica
a Vaduz.
Dopo la pausa di riposo di ieri, oggi i granata rientreranno al lavoro e troveranno il loro nuovo tecnico.
Sannino, 67 anni, è un allenatore di provata esperienza, definito un “duro” da chi lo conosce bene.
Arriva nella capitale con un compito tutt’altro che semplice, quello di capovolgere una situazione che si sta facendo viepiù complicata.
Dopo la bella prestazione in Coppa Svizzera contro il Losanna, i granata sono letteralmente affondati. Un punto in tre partite e prestazioni al di sotto del potenziale di questa squadra.
Di chi la colpa? Non sarebbe giusto imputare tutte le responsabilità allo staff spagnolo, mandato tutto a casa nello spazio di pochi giorni.
Qui, la responsabilità, ce l’hanno ancora i giocatori e la loro pochezza. O presunta tale.
Anche domenica al Rheinpark di Vaduz, il Bellinzona ha disputato un primo tempo inguardabile. Senza testa né gambe, senza un filo di logica.
Una prestazione indecorosa, di una squadra che, in questo momento, non merita la Challenge League. Sì, perché i granata sono peggio dello Sciaffusa, che nelle ultime due partite ha racimolato comunque quattro punti.
Oggi arriva Sannino, a cui non possiamo far altro che augurare il meglio, anche perché il compito che dovrà affrontare si presenta ricco di insidie.
Avrà dieci giorni per cercare di preparare la squadra alla sfida, forse decisiva, di Nyon. Una partita che il Bellinzona non può perdere, altrimenti la retrocessione sarà sempre più vicina.
La sensazione è che il nuovo mister dovrà lavorare soprattutto sulla “cattiveria” agonistica, cosa che ultimamente sembra un po’ scarseggiare.
E poi forse servirà anche un ripasso della condizione fisica, visto che negli allenamenti sembra mancare la necessaria intensità. O almeno, questa, è una nostra impressione.
Insomma, a Sannino il compito di tirar fuori i granata dai guai del campo, alla società di programmare quello che sarà il futuro. Con o senza Bentancur alla testa. Perché il tempo passa veloce e il calcio non aspetta nessuno.
Dopo la pausa di riposo di ieri, oggi i granata rientreranno al lavoro e troveranno il loro nuovo tecnico.
Sannino, 67 anni, è un allenatore di provata esperienza, definito un “duro” da chi lo conosce bene.
Arriva nella capitale con un compito tutt’altro che semplice, quello di capovolgere una situazione che si sta facendo viepiù complicata.
Dopo la bella prestazione in Coppa Svizzera contro il Losanna, i granata sono letteralmente affondati. Un punto in tre partite e prestazioni al di sotto del potenziale di questa squadra.
Di chi la colpa? Non sarebbe giusto imputare tutte le responsabilità allo staff spagnolo, mandato tutto a casa nello spazio di pochi giorni.
Qui, la responsabilità, ce l’hanno ancora i giocatori e la loro pochezza. O presunta tale.
Anche domenica al Rheinpark di Vaduz, il Bellinzona ha disputato un primo tempo inguardabile. Senza testa né gambe, senza un filo di logica.
Una prestazione indecorosa, di una squadra che, in questo momento, non merita la Challenge League. Sì, perché i granata sono peggio dello Sciaffusa, che nelle ultime due partite ha racimolato comunque quattro punti.
Oggi arriva Sannino, a cui non possiamo far altro che augurare il meglio, anche perché il compito che dovrà affrontare si presenta ricco di insidie.
Avrà dieci giorni per cercare di preparare la squadra alla sfida, forse decisiva, di Nyon. Una partita che il Bellinzona non può perdere, altrimenti la retrocessione sarà sempre più vicina.
La sensazione è che il nuovo mister dovrà lavorare soprattutto sulla “cattiveria” agonistica, cosa che ultimamente sembra un po’ scarseggiare.
E poi forse servirà anche un ripasso della condizione fisica, visto che negli allenamenti sembra mancare la necessaria intensità. O almeno, questa, è una nostra impressione.
Insomma, a Sannino il compito di tirar fuori i granata dai guai del campo, alla società di programmare quello che sarà il futuro. Con o senza Bentancur alla testa. Perché il tempo passa veloce e il calcio non aspetta nessuno.