Scuro in volto a Vaduz, dalla sua bocca non erano di certo uscite parole tenere sulla squadra, Bentancur sprizza gioia da tutti i pori mentre assiste al primo allenamento dei ragazzi sotto la guida di Beppe Sannino.
Pablo, non pensa che abbia aspettato troppo tempo nel dare il "benservito" a Manuel Benavente?
“Quando cambiavo gli allenatori venivo criticato, mentre adesso mi venite a dire che ho avuto troppa pazienza. L’importante è che lo staff spagnolo abbia lavorato con ragazzi che sono andati crescendo di settimana in settimana al punto che per qualcuno di loro abbiamo ricevuto delle richieste interessanti (per i giocatori stessi e il club). Direi inoltre che lo staff, a prescindere da una mancata continuità di risultati, ci ha fatto vivere momenti di buon calcio”.
Al punto da licenziare, dopo Rosas e Megias, anche Benavente?
“E’ stata la situazione a obbligarci a prendere questa decisione. Stiamo lottando per la salvezza!”.
Manuel Benavente come l’ha presa ?
“Non male, oggi (martedì, ndr) abbiamo pranzato assieme. C’era anche Sannino, parlerei di un ‘pranzo di lavoro’ molto positivo”.
Cosa cambierà o deve cambiare con Sannino?
“Sicuramente il modo di lavorare (due sedute al giorno anche durante la pausa della Nazionale, ndr) e il tipo di allenamento (molta più intensità , da quello che si è già notato). Sin dal primo impatto in Sannino è emersa una gran voglia di tornare ad allenare, sicuramente stimolato dal fatto, visti i suoi precedenti, di trovarsi su una panchina di Challenge League. Senza pretendere nulla di straordinario (a livello finanziario, ndr)”.
Perché proprio Sannino?
“Ho parlato con tre allenatori e ritengo di avere deciso in favore del migliore. Abbiamo una dozzina di giorni per prepararci alla partita di Nyon, siamo tutti fiduciosi in una svolta”.
Sannino è conosciuto, oltre che per le sue competenze in materia, anche per il suo carattere ‘indiavolato’, per usare un termine alla portata. Insomma, non ‘docile’. A prima vista, conoscendo lei, una convivenza non facile, o sbaglio?
“Affatto, è normale che si arrabbi e tiri le orecchie a qualche giocatore che non rispetta le sue consegne. Ma parliamo, invece che di carattere, del suo curriculum. Non so se al momento in Svizzera ci sia un allenatore del suo spessore”.
Proietti che ruolo ricoprirà?
“Giovanni farà da suo vice, Sannino si porterà un nuovo preparatore atletico “.
Pronti dunque a ripartire con un nuovo spirito?
“Direi di sì. Al di là dei numerosi infortuni che abbiamo cumulato, il gruppo è sano e ha una gran voglia di fare bene”.
Sentiamo dire di frequente che Pablo vuole ‘vendere’, ma è anche vero che è molto attaccato a questo suo Bellinzona: come la mettiamo?
“Il Bellinzona deve continuare la sua crescita senza di me come avevo fatto con il Lugano che adesso è una nuova realtà. L’unica ‘riserva’ è che vogliamo fare la scelta giusta evitando quanto successo a Chiasso, e prima ancora col Locarno. Posso anche essere criticato ma sono un professionista. Mi sembra di averlo dimostrato, sto lavorando per il bene dell’ACB”.
Sarebbe bello che si adoperi anche per cancellare gli attriti esistenti con una frangia di tifosi: una ‘missione’ impossibile?
“I veri tifosi sono coloro che seguono la squadra e la sostengono. Quelli che sono venuti a Vaduz in pullman (viaggio organizzato dal Club dei 100, ndr) non hanno smesso un attimo di sostenere calorosamente la squadra. Degli altri non vale la pena parlarne”.
Peccato. Nessuna ‘trattativa’ per ovviare a questi spiacevoli comportamenti negli stadi?
“Abbiamo cercato di farlo, ma senza risultato. Noi abbiamo lavorato per quattro anni con tanti problemi mettendo anche tantissimi soldi. Saremmo felici di lasciare l’Associazione Calcio Bellinzona nelle mani di gente molto più potente per continuarne la crescita che la gente e la Città meritano”. Qualcosa di ‘concreto’ all’orizzonte?
“Stiamo analizzando due o tre posizioni”.
Non le dispiace lasciare la squadra di questa bella città?
“Faccio questa riflessione. Il proprietario del Lugano non è arrivato qui perché gli piace il Ticino, bensì per comprare il FC Lugano. Mansueto si sta adoperando nello sviluppare uno dei migliori stadi della Svizzera che cambierà il volto a tutta la città. Peccato che ci sia invece gente che sottovaluta il calcio”.
A Bellinzona?
“Purtroppo si, ma speriamo che un giorno succeda la stessa cosa anche qui”.
Una caduta in Prima Promotion con la squadra che ha allestito quest’anno è da escludere, o no?“.
"Il fatto è che abbiamo avuto una trentina di infortuni, anche di giocatori importanti. Non è una cosa normale, se siamo messi male in classifica vuol dire che qualche cosa non ha funzionato come doveva”.
D’accordo infortuni, un pizzico di sfortuna ma anche qualche arbitraggio assai discutibile…
“Preferisco non parlare di arbitraggi, basti dire che con il Losanna in 10 minuti ci siamo beccati tre cartellini gialli…”.
Pablo Bentancur è un personaggio originale che ha un modo tutto speciale di interpretare il ruolo che occupa in seno all’ACB (da ormai quattro anni). Uno ‘straniero’ che si è preso a cuore le sorti della squadra (e della società) in un momento in cui c’erano più ambizioni (di riportare la squadra dalla Seconda Lega regionale al punto in cui era fallita) che soldi. Comunque la pensino alcuni ‘soloni’, egli lascerà una traccia profonda. Poi ognuno è libero di ragionare come vuole. Magari anche a parole scorrette…
Pablo, non pensa che abbia aspettato troppo tempo nel dare il "benservito" a Manuel Benavente?
“Quando cambiavo gli allenatori venivo criticato, mentre adesso mi venite a dire che ho avuto troppa pazienza. L’importante è che lo staff spagnolo abbia lavorato con ragazzi che sono andati crescendo di settimana in settimana al punto che per qualcuno di loro abbiamo ricevuto delle richieste interessanti (per i giocatori stessi e il club). Direi inoltre che lo staff, a prescindere da una mancata continuità di risultati, ci ha fatto vivere momenti di buon calcio”.
Al punto da licenziare, dopo Rosas e Megias, anche Benavente?
“E’ stata la situazione a obbligarci a prendere questa decisione. Stiamo lottando per la salvezza!”.
Manuel Benavente come l’ha presa ?
“Non male, oggi (martedì, ndr) abbiamo pranzato assieme. C’era anche Sannino, parlerei di un ‘pranzo di lavoro’ molto positivo”.
Cosa cambierà o deve cambiare con Sannino?
“Sicuramente il modo di lavorare (due sedute al giorno anche durante la pausa della Nazionale, ndr) e il tipo di allenamento (molta più intensità , da quello che si è già notato). Sin dal primo impatto in Sannino è emersa una gran voglia di tornare ad allenare, sicuramente stimolato dal fatto, visti i suoi precedenti, di trovarsi su una panchina di Challenge League. Senza pretendere nulla di straordinario (a livello finanziario, ndr)”.
Perché proprio Sannino?
“Ho parlato con tre allenatori e ritengo di avere deciso in favore del migliore. Abbiamo una dozzina di giorni per prepararci alla partita di Nyon, siamo tutti fiduciosi in una svolta”.
Sannino è conosciuto, oltre che per le sue competenze in materia, anche per il suo carattere ‘indiavolato’, per usare un termine alla portata. Insomma, non ‘docile’. A prima vista, conoscendo lei, una convivenza non facile, o sbaglio?
“Affatto, è normale che si arrabbi e tiri le orecchie a qualche giocatore che non rispetta le sue consegne. Ma parliamo, invece che di carattere, del suo curriculum. Non so se al momento in Svizzera ci sia un allenatore del suo spessore”.
Proietti che ruolo ricoprirà?
“Giovanni farà da suo vice, Sannino si porterà un nuovo preparatore atletico “.
Pronti dunque a ripartire con un nuovo spirito?
“Direi di sì. Al di là dei numerosi infortuni che abbiamo cumulato, il gruppo è sano e ha una gran voglia di fare bene”.
Sentiamo dire di frequente che Pablo vuole ‘vendere’, ma è anche vero che è molto attaccato a questo suo Bellinzona: come la mettiamo?
“Il Bellinzona deve continuare la sua crescita senza di me come avevo fatto con il Lugano che adesso è una nuova realtà. L’unica ‘riserva’ è che vogliamo fare la scelta giusta evitando quanto successo a Chiasso, e prima ancora col Locarno. Posso anche essere criticato ma sono un professionista. Mi sembra di averlo dimostrato, sto lavorando per il bene dell’ACB”.
Sarebbe bello che si adoperi anche per cancellare gli attriti esistenti con una frangia di tifosi: una ‘missione’ impossibile?
“I veri tifosi sono coloro che seguono la squadra e la sostengono. Quelli che sono venuti a Vaduz in pullman (viaggio organizzato dal Club dei 100, ndr) non hanno smesso un attimo di sostenere calorosamente la squadra. Degli altri non vale la pena parlarne”.
Peccato. Nessuna ‘trattativa’ per ovviare a questi spiacevoli comportamenti negli stadi?
“Abbiamo cercato di farlo, ma senza risultato. Noi abbiamo lavorato per quattro anni con tanti problemi mettendo anche tantissimi soldi. Saremmo felici di lasciare l’Associazione Calcio Bellinzona nelle mani di gente molto più potente per continuarne la crescita che la gente e la Città meritano”. Qualcosa di ‘concreto’ all’orizzonte?
“Stiamo analizzando due o tre posizioni”.
Non le dispiace lasciare la squadra di questa bella città?
“Faccio questa riflessione. Il proprietario del Lugano non è arrivato qui perché gli piace il Ticino, bensì per comprare il FC Lugano. Mansueto si sta adoperando nello sviluppare uno dei migliori stadi della Svizzera che cambierà il volto a tutta la città. Peccato che ci sia invece gente che sottovaluta il calcio”.
A Bellinzona?
“Purtroppo si, ma speriamo che un giorno succeda la stessa cosa anche qui”.
Una caduta in Prima Promotion con la squadra che ha allestito quest’anno è da escludere, o no?“.
"Il fatto è che abbiamo avuto una trentina di infortuni, anche di giocatori importanti. Non è una cosa normale, se siamo messi male in classifica vuol dire che qualche cosa non ha funzionato come doveva”.
D’accordo infortuni, un pizzico di sfortuna ma anche qualche arbitraggio assai discutibile…
“Preferisco non parlare di arbitraggi, basti dire che con il Losanna in 10 minuti ci siamo beccati tre cartellini gialli…”.
Pablo Bentancur è un personaggio originale che ha un modo tutto speciale di interpretare il ruolo che occupa in seno all’ACB (da ormai quattro anni). Uno ‘straniero’ che si è preso a cuore le sorti della squadra (e della società) in un momento in cui c’erano più ambizioni (di riportare la squadra dalla Seconda Lega regionale al punto in cui era fallita) che soldi. Comunque la pensino alcuni ‘soloni’, egli lascerà una traccia profonda. Poi ognuno è libero di ragionare come vuole. Magari anche a parole scorrette…
(Foto ENLA)