La
professione di Davide Callà è quella di vice, l'allenatore in
seconda. Al Basilea è sopravvissuto a quattro cambi di tecnici. E
ora ha anche la carica di assistente di Murat Yakin. Le sue origini
italiane sono evidenti, ed è anche noto il suo attaccamento verso la
Nazionale italiana. Il personaggio viene descritto come un
poliglotta, capace di comunicare, dotato di un senso di lealtà e
carismatico. Callà è stato intervistato dal Blick.
Ha spiegato che a Basilea tutti erano soddisfatti per la sua chiamata
in Nazionale, perché “sanno che è qualcosa di bello e
grande”. Ne ha discusso con il
presidente David Degen, sottolineando che voleva “assolutamente
sfruttare questa opportunità”.
Nella sua carriera da calciatore aveva collezionato 22 presenze con
l'Under 21, e ora il debutto con la nazionale maggiore, ma come vice
e trova tutto questo “fantastico”,
anche se fin da bambino il suo sogno era disputare una partita
internazionale. Il compito che lo aspetta è chiaro: “Lui
(Murat Yakin) vuole che uno gli copra le spalle in modo che
possa concentrarsi sul suo core business. Ha tanta pressione ed io
devo fungere da filtro”. Ergo,
la funzione è: “stimolarlo, incoraggiandolo a pensare”.
È convinto che la Nazionale abbia un'indiscutibile qualità, e conosce
molti giocatori con cui è stato anche compagno di squadra: Embolo,
Akanji. Non ha dubbi: le potenzialità per far bene ci sono tutte. E
al futuro non pensa, vuole viversi il presente.
NAZIONALE

Callà, la spalla di Yakin