Le partite non finiscono
mai. Basta non guardare dentro l'abisso, altrimenti l'abisso
comincerà a guardare dentro di noi. Il Lugano stava per cadere
definitivamente dentro il baratro, ma poi ha deciso che voleva
continuare a sperare, che forse c'era ancora vita, sempre
sportivamente parlando. Quando si insegue, i secondi finali sono
quelli della disperazione, la categoria utilizzata è quella: del
tutto per tutto. E lo sport conferma di essere l'ultimo grande
romanzo popolare, capace di scrivere storie
inimmaginabili, dove l'impossibile diventa probabile. Permette di
ricominciare, consente di poter ancora tentare. C'è sempre un'ultima
corsa da fare, un tiro da scagliare. E la luce è rappresentata da un
principio ordinatore: non arrendersi, battersi fino a quando un
arbitro fischia e decreta che è finita. E ora? Tutto è in gioco.
Che vittoria è stata? Poco importano le spiegazioni. Ci sono dei
fatti che non possono essere interpretati, vanno solo accettati. C'è
solo un'ennesimo incontro partita da disputare. Parafrasando Humphrey
Bogart: “È la bellezza dello sport, e nessuno ci può far
niente, niente”.
(Foto PostFinance/KEYSTONE/Ti-Press/Samuel Golay)