HC LUGANO
Tu chiamale se vuoi... emozioni
Pubblicato il 20.03.2025 13:23
di Doriano Baserga
Sì, ci si può emozionare anche per un playout. Anzi, a volte l’emozione, davanti alla paura, è ancora maggiore.
E il boato di ieri sera della Corner Arena, quando Morini ha infilato il disco del 2 a 1, ha ricordato ben altri momenti.  Forse diversi, certo, ma tutti vissuti con il Lugano nel cuore.
Tu chiamale se vuoi emozioni, recitava una vecchia canzone di Battisti e ieri, a Lugano, in una situazione al limite della disperazione sportiva, è venuto fuori tutto l’amore dei tifosi per la loro squadra.
Ci siamo salvati dal baratro, che era lì, a un passo. Un 3 a 0 nella serie, probabilmente, sarebbe stato irrecuperabile. Soprattutto da una squadra fragile, che anche ieri, nonostante la vittoria, ha dimostrato di essere ancora in chiara difficoltà.
Manca la fiducia, ormai è ovvio, e di conseguenza è difficile reagire ai momenti difficili, è complicato essere lucidi.
Lo sport però è bello perché in un secondo tutto può cambiare, e ora, quella serie che faceva così paura, sembra più abbordabile.
È stato fatto solo un primo passo, certo, ma ieri sera, in quelle condizioni, era quello più difficile. E i giocatori lo hanno fatto, dimostrando in fondo, di tenerci a questa maglia e alla storia di questo club. E forse, una volta archiviata questa maledetta stagione, si potrà pensare di ricostruire con serenità ed entusiasmo.
La mente, ieri sera, è tornata alla stagione 1981/82, quando il Lugano lottava per salire in serie A. Emozioni che dopo più di 40 anni non si sono ancora sopite e che ieri sera, quando quel disco è entrato, sono tornate fuori con tutta la loro veemenza.
E domani sera si gioca ancora, perché lo sport è così: ogni giorno una nuova sfida.
E questo club, nella sua storia, di sfide ne ha vinte tante. 
(Foto Ticishot-Simone Andriani)