Lo avevamo già scritto in precedenza: il calcio è sentimento, è umorale. E così, navigando sui social, nelle pagine tifose, dopo la sconfitta dell'Inter a Firenze, si leggono post disfattisti. Eppure, se si ha la pazienza di scorrere, tornando al post partita contro il Monaco (la settimana scorsa, non il mese di settembre), ecco invece toni trionfalistici, che descrivono Simone Inzaghi come il miglior tecnico seduto sulla panchina della Beneamata dai tempi del Mago, la squadra nerazzurra come un top club europeo, e via di questo passo.
Insomma, il tifo non è equilibrato. Ma la cosa che colpisce, rispetto al passato anche recente, è la propensione ad attaccare la propria squadra. Sino a poco tempo fa si difendeva, a volte, l'indifendibile; il benaltrismo la faceva da padrone, si tendeva a nascondere la polvere sotto al tappeto, si guardava avanti . Come abbiamo sentito spesso dire da un tifoso milanista coi capelli bianchi che incontriamo spesso in sala stampa a San Siro, ieri è storia, e domani un mistero. Poi c'è l'oggi, che è un dono: quando si vince, aggiungiamo noi.
Oggi, invece, la paura di essere considerati dei creduloni, degli incompetenti, degli aziendalisti spinge, sovente, i tifosi (ma non solo loro, e non solo quelli dell'Inter) a fare analisi sicuramente severe, molto attente ai soli aspetti negativi, a volte addirittura senza appello. Al netto del fatto che una sconfitta con tre gol di scarto sia sicuramente un fatto eclatante, a nostro parere bisognerebbe essere, forse, più equilibrati. Questa squadra non perdeva, in campionato, da 4 mesi, nel corso dei quali ha prevalso 13 volte, pareggiando in 4 occasioni. Abbiamo assistito a prestazioni come quelle dell'Olimpico contro la Lazio (0-6), Verona (0-5) e Cagliari (0-3), per citarne alcune. Il secondo tempo del derby è stato giocato con grande intensità, in Champions contro il Monaco i nerazzurri erano sul 2-0 dopo solo una manciata di minuti.
Oltre a questi numeri, l'Inter vanta il monte ingaggi più alto del campionato (il doppio di quello del Napoli che ha ceduto a gennaio, senza sostituirlo, il proprio elemento più forte), ha in squadra un attaccante che qualcuno vedeva come possibile vincitore del pallone d'oro, un altro che gioca nella nazionale francese e tanti altri giocatori esaltati da stampa e tifosi interisti come tra i migliori d'Europa, almeno sino a sabato mattina.
Cosa dire, in definitiva? La squadra è fortissima, soprattutto in Italia, dove la concorrenza è desolante. Non è un top club europeo: l'età media di tanti interpreti è elevata e, quando si alzano i livelli atletici, come accade in Europa quando si comincia a fare sul serio, diversi di loro vanno in apnea, e il secondo di tempo di Madrid, lo scorso anno, è lì da vedere. I nerazzurri lombardi restano quindi favoriti per lo scudetto; tuttavia, Firenze rivela che, probabilmente, bisognerà fare delle scelte. Puntando al campionato, e facendo tirare il fiato ai giocatori chiave, risparmiandoli in altre competizioni meno importanti o fuori portata, visto il livello delle altre.
Insomma, il tifo non è equilibrato. Ma la cosa che colpisce, rispetto al passato anche recente, è la propensione ad attaccare la propria squadra. Sino a poco tempo fa si difendeva, a volte, l'indifendibile; il benaltrismo la faceva da padrone, si tendeva a nascondere la polvere sotto al tappeto, si guardava avanti . Come abbiamo sentito spesso dire da un tifoso milanista coi capelli bianchi che incontriamo spesso in sala stampa a San Siro, ieri è storia, e domani un mistero. Poi c'è l'oggi, che è un dono: quando si vince, aggiungiamo noi.
Oggi, invece, la paura di essere considerati dei creduloni, degli incompetenti, degli aziendalisti spinge, sovente, i tifosi (ma non solo loro, e non solo quelli dell'Inter) a fare analisi sicuramente severe, molto attente ai soli aspetti negativi, a volte addirittura senza appello. Al netto del fatto che una sconfitta con tre gol di scarto sia sicuramente un fatto eclatante, a nostro parere bisognerebbe essere, forse, più equilibrati. Questa squadra non perdeva, in campionato, da 4 mesi, nel corso dei quali ha prevalso 13 volte, pareggiando in 4 occasioni. Abbiamo assistito a prestazioni come quelle dell'Olimpico contro la Lazio (0-6), Verona (0-5) e Cagliari (0-3), per citarne alcune. Il secondo tempo del derby è stato giocato con grande intensità, in Champions contro il Monaco i nerazzurri erano sul 2-0 dopo solo una manciata di minuti.
Oltre a questi numeri, l'Inter vanta il monte ingaggi più alto del campionato (il doppio di quello del Napoli che ha ceduto a gennaio, senza sostituirlo, il proprio elemento più forte), ha in squadra un attaccante che qualcuno vedeva come possibile vincitore del pallone d'oro, un altro che gioca nella nazionale francese e tanti altri giocatori esaltati da stampa e tifosi interisti come tra i migliori d'Europa, almeno sino a sabato mattina.
Cosa dire, in definitiva? La squadra è fortissima, soprattutto in Italia, dove la concorrenza è desolante. Non è un top club europeo: l'età media di tanti interpreti è elevata e, quando si alzano i livelli atletici, come accade in Europa quando si comincia a fare sul serio, diversi di loro vanno in apnea, e il secondo di tempo di Madrid, lo scorso anno, è lì da vedere. I nerazzurri lombardi restano quindi favoriti per lo scudetto; tuttavia, Firenze rivela che, probabilmente, bisognerà fare delle scelte. Puntando al campionato, e facendo tirare il fiato ai giocatori chiave, risparmiandoli in altre competizioni meno importanti o fuori portata, visto il livello delle altre.