Il mondo del tennis è in
piena turbolenza. Sul piano politico si registra il violento attacco
alle istituzioni del sindacato di Novak Djokovic, sono partite una
serie di denunce. Ma l'azione ha suscitato numerose polemiche, si
muove nel territorio dell'ambiguità, molti giocatori hanno espresso
critiche e perplessità. Sul piano tecnico si evidenzia la crisi di
Carlos Alcaraz. Il talento dello spagnolo è innegabile, ma vive un
periodo di crisi continua, ricade e commette sempre gli stessi
errori. La sensazione è quella che faccia fatica a progredire. Il
movimento ha disperatamente bisogno di personaggi e campioni.
Necessità fortemente di una rivalità. Impossibile ripercorrere i
tempi di Federer, Nadal, Djokovic, ma lo scenario che si presenta è
allarmante. La squalifica di Sinner sta per terminare. L'italiano è
stato in grado di migliorarsi, quando si era accorto che doveva fare
un salto ulteriore per vincere uno Slam, e ha compiuto scelte
drastiche. Alcaraz pare aver perso sicurezza, i successi sono
arrivati, ma difetta in continuità, e ha un grande problema: non è
capace di imporsi quando non è in giornata, fatica a conquistare una
vittoria sporca. È più fantasioso, ha più colpi di Sinner. Ma
tutto questo potrebbe non bastare, la differenza nel tennis, molto
spesso, la fa: la testa.
TENNIS

Alcaraz, ma che cos'è questa crisi?