In ogni club c’è un’icona, il preferito dei tifosi. Certo, poi è anche questione di gusti e ovviamente nessuno fa l’unanimità. Ma chi è generalmente parlando, l’idolo e l’icona di ogni rispettiva tifoseria, colui in cui i supporter si identificano? Ecco i nomi delle icone delle prime sette squadre della nostra National League:
Ajoie: il mito per i fans è Philip-Michaêl Devos. Il canadese con il compare Hazen è ormai dal 2015 colui che tira il carro. Arrivato quando ancora i giurassiani militavano nella lega cadetta, il 34enne è sempre stato una vera macchina da gol e assist. In 530 partite ha iscritto 243 reti e fornito 480 assist. Devos ha portato l’Ajoie a festeggiare due titoli di Swiss League, la vittoria in coppa svizzera e la promozione. Giocatore molto elegante, dotato di ottime mani e di una splendida visione di gioco, il québécois è ormai un’istituzione
Ambrì: c’è poco da scegliere, senza voler mancare di rispetto a molti altri protagonisti di tante battaglie. Inti Pestoni, il figlio della Valle, è il simbolo. L’eterno giovane, con lo sguardo da scugnizzo, nato a pochi metri dalla leggendaria Valascia, è colui che ha realizzato il sogno di centinaia di bambini ticinesi: essere un protagonista con la maglia del suo villaggio. I suoi colpi di genio, la sua estravaganza hockeistica nei sui lunghi anni di militanza in biancoblù sono una pagina di storia del club leventinese.
Berna: Tristan Scherwey la spunta su Simon Moser. Il 33enne è alla sedicesima (!) stagione filata con gli Orsi per un totale di 867 partite e 351 punti. Uno degli ultimi veri rock’n’roller del nostro hockey, l’attaccante ha sempre dato tutto per la causa bernese e continua a farlo. L’ultimo ad arrendersi, con la sua foga che a volte lo porta a oltrepassare i limiti del regolamento, Scherwey dopo lo scetticismo iniziale complice le sue radici friborghesi è diventato una vera fonte d’ispirazione e una figura di culto per l’intera tifoseria.
Bienne: Da ben nove anni delizia la Tissot Arena con i suoi colpi da maestro dell’hockey e con i suoi micidiali tiri. Stiamo parlando del finlandese Toni Rajala, vero folletto. La sua presenza è un valore aggiunto e spesso da solo vale il prezzo del biglietto. Impressionante la sua costanza di rendimento e per certi versi incredibile che il 33enne non sia mai stato “carpito” da piazze finanziariamente più forti. Rajala fa ormai parte dell’inventario dei Seeländer.
Davos: Nei Grigioni non c’è storia. Di lui abbiamo scritto e riscritto più volte. Basta semplicemente citarlo: Andres Ambühl, l’uomo dei record, il giocatore che con i suoi 41 anni è il più vecchio della lega, colui che sfida il tempo. Un mito, una leggenda, amato e rispettato dall’intera svizzera hockeistica.
Friborgo: Scontata la scelta, in fondo non c’è nemmeno bisogno di una spiegazione: l’unico nome possibile da elencare è quello dell’eterno Julien Sprunger, Il 39enne capitano dal 2003 (!!!) delizia la platea friborghese. Più di un’intera generazione di ragazzini è cresciuta e invecchiata seguendo le sue gesta. Una vera bandiera, una delle poche ormai rimaste in un hockey dove ormai cambiare casacca è “all’ordine del giorno”. I suoi numeri sono fuori di testa: 1096 partite, 395 reti, 393 reti per un totale di 788 punti.
Ginevra: Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Tanner Richard è ormai popolare e amato come il celebre “Jet d’Eau” nella città di Calvino. Il classe 1993 è alla sua ottava stagione in riva al Lemano. Un vero asso agli ingaggi, capace di provocare fino all’esaurimento giocatori e tifosi avversari, il figlio d’arte sa interpretare alla grande sia la fase offensiva che quella difensiva ed è un leader, malgrado fisicamente non sia certo uno dei massimi esempi da seguire. Una citazione se la merita anche Arnaud Jacquemet, da 12 anni validissimo soldatino e uno dei difensori più corretti dell’intero campionato.