SUPER LEAGUE
Hajrizi l'amico "nemico"
Pubblicato il 04.02.2025 11:13
di Silvano Pulga
Ovviamente, se lo immaginava diverso il ritorno a Cornaredo, Kreshnik Hajrizi. Per lui, appena rientrato a Sion dopo la breve esperienza polacca, va invece a bilancio una sconfitta, maturata nel recupero, e un'autorete. "Rammarico, certo. Perdere per un rigore, tra l'altro discutibile, è sempre una grande delusione" sono le sue prime parole. Gli abbiamo chiesto qualcosa sul campionato polacco, così poco conosciuto alle nostre latitudini: "In Polonia si gioca un calcio molto fisico. Non c'è molto spazio per la tecnica individuale: si corre, si corre sempre. A volte finivo le partite avendo fatto 12 km in 90', uno sforzo davvero intenso. Non c'è scelta: o la metti sul piano dell'intensità atletica, o niente. Alla fine ho scelto di tornare in Vallese, a casa mia, e ripartire da un ambiente che conosco, e dove so di poter fare bene. Il Sion è un'ottima squadra. Qua a Lugano è stata dura, a un certo punto ho sentito le gambe pesanti. Ma poi ti giri e vedi uno come Numa Lavanchy, che lotta su tutti i palloni, che non molla un centimetro, che ti incita. E, a quel punto, pensi che non sia giusto uscire dal campo."A Lugano non è andata bene, ma l'ex terzino bianconero (una curiosità: il sito della SFL, non avendo ancora disponibile una sua foto con la nuova maglia, ne ha utilizzata una dello scorso anno, con la vecchia casacca) guarda avanti: "Non siamo stati fortunati, ma la stagione è ancora lunga. A metà settimana si giocherà ancora, e ci attende il derby col Servette: sarà una battaglia, ma faremo di tutto per vincere davanti ai nostri tifosi" sono state le sue parole. Insomma: i Grénats sono avvisati.Inevitabile parlare anche del suo divorzio col Lugano, delle incomprensioni con Mattia Croci-Torti: "Non è stato facile accettare alcune sue scelte. Non è un mistero che avrei voluto giocare la finale col Servette. Ci siamo parlati, mi ha chiamato prima di questa partita, ci siamo chiariti, lui è sempre il pazzo Crus che ho imparato a conoscere nei miei anni a Lugano. Ma non è stato facile." La sensazione è, insomma, quella della storia d'amore finita male, non per la fine del sentimento, ma per delle aspettative non corrisposte. A volte, infatti, pensiamo che gli altri si comportino in un certo modo; però, le cose possono andare diversamente. Tuttavia, bisognerebbe ricordare che le aspettative sono qualcosa che, magari, potrà essere indotto, ma che, in fondo, ci creiamo noi. Forse, in questa occasione, quelle di entrambi non si sono coniugate con la realtà. Alla fine, il campo dirà chi avrà avuto il prosieguo migliore di carriera. In bocca al lupo, Kresh.
Silvano Pulga
(Foto SP)