CALCIO ITALIANO
Se Fabregas alza la voce
Pubblicato il 29.03.2025 17:24
di Silvano Pulga
Più di una volta Cesc Fàbregas ha dichiarato che farà di tutto per trattenere in riva al Lario Nico Paz. Che l'argentino sia un potenziale talento, ormai è chiaro a tutti, così come il fatto che a Madrid lo si segua con grande interesse, anche in virtù di una situazione contrattuale che vede i Blancos in pole position nell'eventuale trattativa sul futuro del centrocampista offensivo. Dopodiché, al Sinigaglia contro l'Empoli, la squadra lariana, orfana del sudamericano, ha dimostrato di perdere molto del proprio potenziale offensivo. Sarà stato anche per l'assenza in panchina del tecnico catalano, squalificato dopo l'espulsione a San Siro, ma il Como non è apparso la squadra brillante che abbiamo visto tante volte in questa stagione. 
L'Empoli ha fatto una partita onesta, giocando come tante compagini della nostra Super League: corsa e fisico a colmare il divario di livello tecnico individuale. E, nel calcio, arrivare primi sul pallone, vincere i duelli individuali a sportellate, a volte ti consente di fare risultato, soprattutto se per gli avversari diventa difficoltoso a giocare sfera a terra, e gli stessi faticano a saltare l'uomo perché, quasi sempre, c'è qualcuno che va a raddoppiare sul portatore di palla. Non solo: i toscani avrebbero potuto fare il colpaccio, se solo Christian Kouame, pochi istanti prima preda dei crampi, non avesse mandato sopra l'asta la palla del possibile 1-2.
Intendiamoci: i lariani restano abbondantemente sopra la linea, con diverse compagini alle spalle. Però, qualcosa è sicuramente mancato a livello di prestazione, che è proprio ciò che, normalmente, è considerato basilare negli equilibri comaschi. Aggiungiamoci, perché no, che un portiere su certi palloni dovrebbe uscire, soprattutto quando il suo difensore è fisicamente sovrastato dall'attaccante avversario, quando vinci di misura, e mancano pochi minuti al termine. E infatti, a fine partita, il tecnico catalano, in conferenza stampa, non è stato proprio tenero: secondo lui, infatti, qualcuno dovrebbe ricordare di essere un giocatore del Como, e non di qualche grande squadra continentale. Chissà perché, il nostro pensiero è volato a Da Cunha, così bravo a San Siro due settimane fa, e così evanescente in questa sfida casalinga contro l'Empoli. Troppe volte, in stagione, il Como è stato rimontato dopo essere passato in vantaggio. Vero, ha detto Cesc, che segnare per primi è un'ottima cosa; ma bisogna crescere. E, forse, anche il tecnico spagnolo, che pure ha grandi aspirazioni, dovrà farlo. Si parla di lui, infatti, per panchine più importanti; ma, secondo noi, quella del Como è una dimensione ideale, che potrà consentirgli di fare esperienza, in un grande campionato, in una società ambiziosa certo, ma dove le pressioni sono più che sopportabili. Del resto, nel calcio, la pazienza, l'intelligenza e l'umiltà sono virtù che portano lontano.   
(Foto Silvano Vittorio)