EDITORIA
Buon compleanno Gazzetta
Pubblicato il 03.04.2025 05:53
di A. L.
C'erano una volta: un torinese Eugenio Costamagna e un alessandrino Eliso Rivera. I due ebbero l'idea di fondare una gazzetta ossia una pubblicazione che si occupasse di tutti gli sport. Era il 3 aprile 1896, usciva due volte la settimana, il colore era verde. Il 2 gennaio del 1899 ci fu la storica edizione: la prima pubblicazione in rosa. Sono trascorsi 129 anni e il giornale domina la stampa sportiva scritta, ma solo quella, nella vicina penisola. La sua popolarità arranca, sbuffa. I tempi cambiano, in maniera celere, e non è possibile né contenerli né limitarli, in questa fase li si deve solo subire. È arrivato un diluvio di immagini, primeggiano con albagia i social. Tutto scorre inesorabilmente veloce, senza l'opportunità di poter competere. Comandano le televisioni, i giovani vogliono uno sport effimero dove conta l'istante, dove comanda il momento, dove si deve continuamente andare oltre. Lo scritto ha perso forza e fascino, la Gazza lo scrive in testa a ogni articolo quando tempo ci vuole per leggerlo, quasi a tranquillizzare, non c'è analisi, ma solo sintesi. E poi il giornale appena stampato è già superato, si vive nel mondo dell'attualità continua, la società dello spettacolo è inarrestabile. In pochi secondi succede di tutto. Il giornale sotto il braccio è un retaggio di un passato lontanissimo, una immane pastoia, rappresenta l'uomo cavernicolo. Eppure la Gazzetta dello Sport è il secondo giornale più letto d'Italia in edicola. Resiste o tenta di farlo. L'arretramento non si ferma. Resta una storia lunga e bellissima, quando lo sport era raccontato da giganti del giornalismo, facevano scorrevano la penna in guisa magnifica; portavano il lettore dentro un avvenimento senza l'ausilio di un'immagine; descrivano con una dovizia e una maestria impareggiabile ora una partita, ora una gara ciclistica. Ci sono state firme come: Mario Fossati; Gianmaria Dossena; Bruno Raschi; Rino Negri; Rino Tommasi; Gianni Mura; Mario Sconcerti. Direttori come: Gianni Brera; Candido Cannavò. E si tratta solo di alcuni nomi. La nostalgia è un legittimo sentimento dell'animo. Ma il digitale è la nuova e unica frontiera.