AC BELLINZONA
Bellinzona, così si retrocede!
Pubblicato il 05.04.2025 18:11
di L.S.
Nel calcio non basta correre e saper fare due palleggi. No, ci vuole testa. Sì, soprattutto quella.
Quando si entra in campo bisogna farlo con la massima concentrazione: sempre e ovunque.
Oggi, la sconfitta del Bellinzona, ci ha dimostrato cosa non deve fare una squadra di calcio.
Due rigori, un’espulsione e tantissimi altri errori individuali, difficili da spiegare. Impossibili da giustificare.
Falli pacchiani, con giocatori sempre in ritardo, e posizioni in campo degne di una squadra del calcio “minore”. Con tutto il rispetto per i dopolavoristi, che almeno ci mettono impegno.
Con questo Bellinzona, a volte, viene il sospetto che l’attenzione e la voglia che ragazzi che giocano in Challenge League dovrebbero mettere, vengano volutamente meno. Difficile trovare altre spiegazioni.
Gli allenatori spagnoli non andavano bene, così come non andavano bene tutti quelli che sono passati a Bellinzona negli ultimi anni. Ora è arrivato Sannino, un sergente di ferro, con un curriculum importante, uno che pretende da tutti il massimo: eppure anche lui, ha fallito.
Sì, perché un 7 a 0 così non è facilmente ribaltabile nella testa dei giocatori, che avranno perso quelle poche certezze che avevano. E ora dovranno continuare a credere nel nuovo mister, perché non si può pensare di mandare a casa anche lui. No, quello no, sarebbe troppo.
Spiace, tra le tante cose, vedere un giocatore come Sabbatini sbracciare inutilmente in mezzo al campo, anche lui inghiottito da una mediocrità disarmante e ormai lontano da quel giocatore che aveva fatto così bene a Lugano.
Qui sono tutti sotto processo, dal primo all’ultimo.
E naturalmente, anche la proprietà, che se si ritrova tra le mani una squadra del genere, dopo i tanti investimenti fatti, vuol dire che qualcosa, anche sul campo, ha sbagliato. Eccome.
A sette partite dalla fine e con tre soli punti di vantaggio dallo Sciaffusa ultimo (ora anche la differenza reti è a rischio…), sarà meglio ricompattarsi al più presto e prepararsi per questo rush finale, che si preannuncia decisamente complicato.
E per fortuna, che c’è questo Sciaffusa. Altrimenti…
Ah dimenticavo: c'è il silenzio stampa a Bellinzona. Meglio così.
(Foto Filippo Zanovello)