La gara del Giappone ci ha dato qualche prima risposta per questa primissima fase del Mondiale di Formula 1: la McLaren ha la macchina migliore, mentre Max Verstappen è il più forte del mazzo, con il volante tra le mani. Poca roba, magari: però, a oggi, questa è la situazione. Potrà cambiare? Sì e no, perché, come noto, il 2026 costituirà una svolta regolamentare tale, nella formula regina, che potrebbe essere antieconomico puntare troppo al miglioramento di una macchina nata storta, in questa stagione. Brutta notizia, questa, per i tifosi Ferrari? Probabilmente sì, anche se, logicamente, speriamo di essere smentiti dai fatti.
Per ora, la pista ci dice che Charles Leclerc ha sicuramente dato tutto quello che aveva, rimanendo però lontano dagli scarichi dei tre di testa (il monegasco ha chiuso al quarto posto, a oltre 16" di distacco dal battistrada), e lo stesso vale per Lewis Hamilton (lui, invece, settimo, staccato di 29" e rotti). Fare previsioni rosee in questo momento appare piuttosto arduo, per i motivi sopraesposti, e per l'oggettiva differenza delle prestazioni in pista, soprattutto a livello di passo gara. Una volta si diceva che il mondiale cominciava in Europa, o almeno così ci raccontava nostro padre quando rientrava da qualche visita a Maranello, e gli chiedevamo, magari dopo un avvio stentato, se aveva incrociato qualcuno del Reparto corse (lui seguiva soprattutto la progettazione delle vetture stradali, delle quali si occupava uno staff differente). Ora, il calendario è molto più complesso, e quando si va piano lo si fa e basta, indipendentemente da dove accade. Poi, logicamente, l'automobilismo sportivo è una cosa umana, ed è quindi soggetto a tutte le relative variabili, e magari in un futuro prossimo ci troveremo a commentare una situazione differente. Per ora la Signora in rosso incassa due o tre decimi al giro da chi le sta davanti.
Fred Vasseur è stato però piuttosto pragmatico a fine gara. Nel promettere che presto arriveranno degli aggiornamenti, ha anche voluto gettare acqua sul fuoco: “La monoposto ha problemi di bilanciamento che vanno risolti prima di introdurre quelle novità che miglioreranno le prestazioni. Affrontiamo una gara alla volta, con la consapevolezza che anche gli altri potrebbero portare qualcosa di nuovo, in grado di farli andare più forte di adesso. Non è quindi nell'ordine delle cose ribaltare per magìa tutto quanto” (Sky Sport).
Il calendario non aiuta: le prossime due settimane vedranno le monoposto di scena prima in Bahrain e la domenica di Pasqua in Arabia Saudita: poco tempo, insomma, per studiare soluzioni tecniche di particolare audacia. La gara di casa, quella di Imola, è in programma invece il 18 maggio, dopo la tappa statunitense a Miami. Sarà la prima in Europa, quando cioè, tanti anni fa, si riteneva che iniziasse davvero il mondiale. in realtà, saremo già al settimo Gran Premio di una stagione che, nonostante la vittoria nella sprint di Lewis Hamilton in Cina, sembra essere iniziata in maniera molto, molto complicata per il Cavallino. Dopodiché, la speranza di vedere qualcosa di meglio in futuro è quella cosa che, nello sport e nella vita, ci consente di guarda avanti con fiducia. Nonostante, nel celebre film "Mediterraneo" di qualche anno fa, diretto dal regista italiano Gabriele Salvatores, l'attore Diego Abatantuono, nei panni del sergente Lorusso, avesse declamato un proverbio ("Chi vive sperando...") che giungeva a conclusioni differenti.
Per ora, la pista ci dice che Charles Leclerc ha sicuramente dato tutto quello che aveva, rimanendo però lontano dagli scarichi dei tre di testa (il monegasco ha chiuso al quarto posto, a oltre 16" di distacco dal battistrada), e lo stesso vale per Lewis Hamilton (lui, invece, settimo, staccato di 29" e rotti). Fare previsioni rosee in questo momento appare piuttosto arduo, per i motivi sopraesposti, e per l'oggettiva differenza delle prestazioni in pista, soprattutto a livello di passo gara. Una volta si diceva che il mondiale cominciava in Europa, o almeno così ci raccontava nostro padre quando rientrava da qualche visita a Maranello, e gli chiedevamo, magari dopo un avvio stentato, se aveva incrociato qualcuno del Reparto corse (lui seguiva soprattutto la progettazione delle vetture stradali, delle quali si occupava uno staff differente). Ora, il calendario è molto più complesso, e quando si va piano lo si fa e basta, indipendentemente da dove accade. Poi, logicamente, l'automobilismo sportivo è una cosa umana, ed è quindi soggetto a tutte le relative variabili, e magari in un futuro prossimo ci troveremo a commentare una situazione differente. Per ora la Signora in rosso incassa due o tre decimi al giro da chi le sta davanti.
Fred Vasseur è stato però piuttosto pragmatico a fine gara. Nel promettere che presto arriveranno degli aggiornamenti, ha anche voluto gettare acqua sul fuoco: “La monoposto ha problemi di bilanciamento che vanno risolti prima di introdurre quelle novità che miglioreranno le prestazioni. Affrontiamo una gara alla volta, con la consapevolezza che anche gli altri potrebbero portare qualcosa di nuovo, in grado di farli andare più forte di adesso. Non è quindi nell'ordine delle cose ribaltare per magìa tutto quanto” (Sky Sport).
Il calendario non aiuta: le prossime due settimane vedranno le monoposto di scena prima in Bahrain e la domenica di Pasqua in Arabia Saudita: poco tempo, insomma, per studiare soluzioni tecniche di particolare audacia. La gara di casa, quella di Imola, è in programma invece il 18 maggio, dopo la tappa statunitense a Miami. Sarà la prima in Europa, quando cioè, tanti anni fa, si riteneva che iniziasse davvero il mondiale. in realtà, saremo già al settimo Gran Premio di una stagione che, nonostante la vittoria nella sprint di Lewis Hamilton in Cina, sembra essere iniziata in maniera molto, molto complicata per il Cavallino. Dopodiché, la speranza di vedere qualcosa di meglio in futuro è quella cosa che, nello sport e nella vita, ci consente di guarda avanti con fiducia. Nonostante, nel celebre film "Mediterraneo" di qualche anno fa, diretto dal regista italiano Gabriele Salvatores, l'attore Diego Abatantuono, nei panni del sergente Lorusso, avesse declamato un proverbio ("Chi vive sperando...") che giungeva a conclusioni differenti.
(Foto SP)