Forse in pochi se lo ricorderanno, ma Jens Odgaard, 26.enne
danese, attuale fantasista del Bologna (finora sei gol e tre assist in serie A),
che ieri ha fornito il passaggio per lo splendido gol di Ndoye (1-1 contro il Napoli),
ha giocato qualche partita anche nel Lugano. Precisamente sei, senza segnare.
Era la stagione 2020/21, quella del Covid.
Arrivava dall’Olanda, portato dall’allora “consigliere” di Renzetti, Angelo Lovato: nell’Heerenveen, a soli 20 anni, aveva segnato 7 gol in 24 partite.
Sembrava avere tutto per esplodere a Lugano e invece, in quella squadra allenata da Maurizio Jacobacci, non lasciò il segno. Anzi, sì: qualcuno si ricorderà dell’assist per Bottani, nella vittoria ottenuta a Cornaredo contro il Basilea nell’ultimo minuto. Entrò dalla panchina, e regalò al numero dieci bianconero, uno spettacolare assist di esterno sinistro. Fu l’unico suo acuto.
Jacobacci però si ricorda ancora di quel giocatore:
“Lo ricordo come un bravo ragazzo, che si impegnava tantissimo. Purtroppo gli mancava un po’ il fiuto del gol e noi, in quel momento, avevamo bisogno di un bomber”.
L’ex tecnico bianconero aggiunge:
“Forse il nostro non era proprio un gioco che gli conveniva: lo vedo meglio adesso al Bologna, dove gioca dietro la punta. Ma noi, a quel tempo, avevamo Bottani che ricopriva quella posizione”.
Poi rivela:
“Ci fu anche un forte battibecco con Covilo durante un allenamento e la sua integrazione nello spogliatoio non fu mai ottimale. Da lui ci si aspettava tanto, avrebbe dovuto fare la differenza e invece, a quell’epoca, non aveva ancora la necessaria personalità”.
Anche Angelo Renzetti ricorda molto bene Odgaard:
“Arrivò a campionato iniziato e fece fatica ad ambientarsi. Sbagliò anche un paio di gol piuttosto facili e iniziarono le critiche. Ricordo che anche Lovato, che lo portò, fu molto dispiaciuto che il ragazzo non riuscì ad imporsi. Poi fu lo stesso Odgaard, che preferì tornare in Italia (al Pescara), dove aveva già giocato (Sassuolo e Inter U19)”.
A quell’epoca, qualcuno ricorderà che a Lugano, c’era anche una piccola lotta di potere tra l’allora DS Manna (ora al Napoli) e Lovato:
“Lovato era venuto da noi per darci una mano, per capire com’era l’ambiente, visto che aveva un italo-americano, che lavorava nel campo dei medicinali, che sembrava molto interessato all’acquisto del club. Poi arrivò il Covid e tutto si complicò. Ma tra lui e Manna ci fu sempre una piccola rivalità e perciò Odgaard, non fu mai veramente ben accolto dallo spogliatoio”.
Arrivava dall’Olanda, portato dall’allora “consigliere” di Renzetti, Angelo Lovato: nell’Heerenveen, a soli 20 anni, aveva segnato 7 gol in 24 partite.
Sembrava avere tutto per esplodere a Lugano e invece, in quella squadra allenata da Maurizio Jacobacci, non lasciò il segno. Anzi, sì: qualcuno si ricorderà dell’assist per Bottani, nella vittoria ottenuta a Cornaredo contro il Basilea nell’ultimo minuto. Entrò dalla panchina, e regalò al numero dieci bianconero, uno spettacolare assist di esterno sinistro. Fu l’unico suo acuto.
Jacobacci però si ricorda ancora di quel giocatore:
“Lo ricordo come un bravo ragazzo, che si impegnava tantissimo. Purtroppo gli mancava un po’ il fiuto del gol e noi, in quel momento, avevamo bisogno di un bomber”.
L’ex tecnico bianconero aggiunge:
“Forse il nostro non era proprio un gioco che gli conveniva: lo vedo meglio adesso al Bologna, dove gioca dietro la punta. Ma noi, a quel tempo, avevamo Bottani che ricopriva quella posizione”.
Poi rivela:
“Ci fu anche un forte battibecco con Covilo durante un allenamento e la sua integrazione nello spogliatoio non fu mai ottimale. Da lui ci si aspettava tanto, avrebbe dovuto fare la differenza e invece, a quell’epoca, non aveva ancora la necessaria personalità”.
Anche Angelo Renzetti ricorda molto bene Odgaard:
“Arrivò a campionato iniziato e fece fatica ad ambientarsi. Sbagliò anche un paio di gol piuttosto facili e iniziarono le critiche. Ricordo che anche Lovato, che lo portò, fu molto dispiaciuto che il ragazzo non riuscì ad imporsi. Poi fu lo stesso Odgaard, che preferì tornare in Italia (al Pescara), dove aveva già giocato (Sassuolo e Inter U19)”.
A quell’epoca, qualcuno ricorderà che a Lugano, c’era anche una piccola lotta di potere tra l’allora DS Manna (ora al Napoli) e Lovato:
“Lovato era venuto da noi per darci una mano, per capire com’era l’ambiente, visto che aveva un italo-americano, che lavorava nel campo dei medicinali, che sembrava molto interessato all’acquisto del club. Poi arrivò il Covid e tutto si complicò. Ma tra lui e Manna ci fu sempre una piccola rivalità e perciò Odgaard, non fu mai veramente ben accolto dallo spogliatoio”.