CICLISMO
MVP stacca ancora tutti
Pubblicato il 13.04.2025 17:07
di Silvano Pulga
Lo sport è fatto soprattutto di miti, e la Parigi-Roubaix è tra quelli. Il pavé, il vento, il velodromo, il pubblico, la foresta di Arenberg, oppure la pioggia e il fango, quando la meteo non è clemente, sono tutti elementi che anche chi non fosse appassionato ha sentito nominare almeno una volta. Mettiamoci anche che il corridore battuto deve aspettare un anno per avere la rivincita, come in tutte le classiche monumento, e il gioco è fatto. Certo, tocca essere multitasking, in certe domeniche: ma come si fa a perdersi corse di questo spessore, dove si assiste a duelli all'ultimo pedale, e dove è sempre in agguato l'errore, la caduta, la foratura? E che rabbia vedere Mathieu van der Poel in fuga solitaria centrato da una borraccia sul viso, lanciata (speriamo involontariamente) da un individuo a lato strada.
Tra l'olandese e Tadej Pogačar ormai è un duello infinito. Bravo il campione del mondo a mettersi in discussione, venendo a sfidare MVP (qua al terzo successo consecutivo, che significa entrare nella leggenda di questo sport), tra l'altro nipote di Raymond Poulidor, sul suo terreno preferito, in una gara dove mancano quelle asperità che sono il terreno ideale dello sloveno. I due hanno fatto l'ennesimo capolavoro, facendo la selezione alla quale aveva resistito anche il nostro Stefan Bissiger il quale, però, in fuga assieme ai due fuoriclasse, Philipsen e Pedersen, alla fine si è dovuto arrendere ai ritmi incredibili imposti dai due rivali, assieme al danese Pedersen (lui vittima di una foratura), che sperava di potersi giocare tutto allo sprint al velodromo di Roubaix. 
Tadej ha sbagliato una curva, a meno di 40 km dall'arrivo, ed è stato un errore decisivo. I due hanno iniziato un inseguimento a ritmi quasi da corsa a cronometro, fino a che il campione del mondo ha iniziato, lentamente ma inesorabilmente, a perdere terreno. MVP, quando è in fuga da solo, ha una concentrazione spaventosa: muove poco le spalle, ha un ritmo di pedalata regolare ma feroce, non si volta mai indietro, neppure quando si rende conto, guardando il pubblico a lato strada, che l'avversario è a poche centinaia di metri da lui. Ci siamo resi conto che Tadej Pogačar si era arreso quando, durante un cambio di bicicletta per una foratura sul pavé, non si è agitato, ma ha bevuto una sorsata d'acqua dalla borraccia. Il che non gli ha impedito di resistere al ritorno degli inseguitori, guidati da Mads Pedersen, guadagnando il posto d'onore in solitaria, mentre il danese ha regolato tutti allo sprint per la terza piazza.
Che dire? Con questi personaggi, il ciclismo sta riguadagnando il favore della gente. Migliaia i tifosi, piazzati lì fin dal mattino, in un'atmosfera da Tour de France o passi dolomitici al Giro. Questo è lo sport bello da raccontare, queste sono le emozioni che regala. E, in momenti così difficili, sono parentesi nella quotidianità che fanno davvero da toccasana.