AC BELLINZONA
Il clima resta teso
Pubblicato il 15.04.2025 07:53
di Enrico Lafranchi
Il clima nell’Associazione Calcio non è disteso? La domanda se la pongono i tifosi dopo lettura su qualche sito online dove si evidenzia, contrariamente a quanto da noi rilevato, un clima tutt’altro che sereno e tranquillo. Dicendo che la squadra, e soprattutto il presidente e il padre-padrone dell’ACB continuano ad essere contestati da una frangia di giovani che si identificano in tifosi con slogan tipo « Brenno e Pablo vaffa….. », slogan che a Bentancur - come lo stesso patron ha precisato sabato sera dopo la squillante vittoria sul Vaduz - non fanno (più) né caldo né freddo.
Ma non è di questo tipo di tifoseria che vogliamo parlare, in fondo sono ragazzi che a loro modo marcano presenza anche negli altri stadi, mentre chi si identifica in ‘vero’ tifoso preferisce le luci della ribalta televisiva (i cosiddetti ‘salotti’) piuttosto che andare alla partita (a prescindere che la si vede meglio in tivù che non nello stadio d’atletica). Poi, se le contestazioni sono procurate da una mancanza di risultati il discorso è ancora più complesso. La domanda da porsi è questa: succederebbe la stessa cosa con la squadra nelle prime posizioni?
Ciò che più disturba è il continuare a mettere a nudo situazioni che nel caso di altre squadre ci si guarda bene dall’esporre, o sono del tutto taciute: per rispetto ai rispettivi club? Può darsi, in questo caso però significa che nei riguardi dell’ACB ce n’è ben poco di rispetto. Succedesse altrove, presumiamo che le reazioni sarebbero diverse. Adesso Bentancur si distanzia chiaramente da questi slogan e cori indignati, dal canto suo Brenno Martignoni Polti per la sua posizione in città preferisce adeguarsi alla realtà del momento, anche per evitare che qualche sua parola (o battuta) venga ‘storpiata’ o comunque male interpretata (è già capitato).
Quanto ai tifosi, c’è chi vorrebbe che la squadra tornasse a giocare in Prima Lega. Meglio, insomma, scendere di una classe, o magari anche di due (o tre). Tornando, addirittura, a giocare nel calcio regionale, benché a conoscenza dei sacrifici fatti (prima che arrivasse Bentancur), da un gruppo di appassionati coraggiosi per ridare alla città una squadra degna del passato, poi venutosi a trovare con un nodo alla gola per mancanza di soldi (Pablo ci  mette un paio di milioni all’anno). Un passato in cui non sono state solo gioie, ma anche dispiaceri e sofferenze. Sia chiaro! Intanto sui siti (anche i più ‘illustri’) invece di sottolineare, come sarebbe stato opportuno, la bella vittoria di sabato che mancava da gennaio, si è continuato a generalizzare (fors’anche in città? A noi non risulta) un clima di contestazione, prendendo lo spunto dai ‘Vaffa’ che nemmeno la frastornante musica che si ‘abbatte’ sul pubblico della tribuna riesce ad eliminare (‘cori’ deprecabili che si percepiscono, d’altronde, anche nelle partite in televisione (quasi tutte senza commento).
Caspita, non ci si accontenta! Ecco allora ‚risplendere’ su Instagram la ‚scritta’ che tutti hanno ormai imparato a memoria (“Bentancur vattene”). Intimazione di cui si farebbe volentieri a meno. Anche di leggerla seduti sul divano.