Chi ci conosce sa che lo stiamo scrivendo con grande fatica. Tuttavia siamo prima di tutto dei giornalisti, e non dei tifosi: e quella dell'Inter contro il Bayern Monaco è stata una grande impresa sportiva, spalmata su tutti i 180' e rotti. Se è vero che a Monaco i bavaresi non avevano giocato la migliore partita della stagione, al Meazza non è stato così, nonostante le numerose assenze. E, malgrado ciò, i nerazzurri sono riusciti a portare a casa una meritatissima qualificazione alla semifinale, facendo piangere nostra figlia, tifosa bavarese per nascita in quei luoghi.
Bravi tutti, da un sontuoso Lautaro, che si è consacrato definitivamente come top player (chissà se Scaloni, in nazionale continuerà a vederlo come un'alternativa ad Alvarez: ma pensiamo che anche il CT argentino stia cambiando idea) a un Simone Inzaghi che si sta dimostrando definitivamente come uno dei migliori allenatori del continente. Poi ci sono stati tanti altri protagonisti: e se è vero che l'Inter, in Italia, è nettamente la squadra migliore del mazzo, altrettanto non si poteva dire in Europa.
Ora, la sfida col Barcellona diventa davvero una di quelle che segnano la storia di un club, seppur prestigioso come quello nerazzurro. Va detto che in Catalogna temono moltissimo i milanesi, pur essendo consapevoli della propria forza. E la sconfitta, seppur indolore, col Borussia Dortmund potrebbe avere scalfito qualche certezza per una squadra giovane e spensierata, ma per questo, forse, non ancora del tutto solida dal punto di vista mentale. Insomma, ci azzardiamo a dire che i nerazzurri, forti anche di una tradizione favorevolissima coi Blaugrana, non partiranno battuti e, anzi, con un pizzico di scaramanzia, ci sbilanciamo con un 60% di probabilità di passare a loro favore.
Avevamo scritto che, stavolta, per il Real Madrid sarebbe stata dura, e che la remuntada non era assolutamente scontata. A noi non è potuta che venire in mente un'altra partita, a San Siro, 4 marzo 2008: in campo Milan e Arsenal (coincidenza forse non casuale, chissà) e, sulla panchina rossonera, Carlo Ancelotti. Fini 0-2 per i londinesi, allora guidati da Arsène Wenger. Non fu solo un'eliminazione da un Coppa internazionale, ma sancì, di fatto, la fine di un ciclo durato lustri. Carlo Ancelotti, in seguito, lasciò il Milan, che non riuscì più a prevalere in una competizione UEFA. Oggi, complice lo stesso avversario, viviamo una situazione molto simile. Oggi saranno in molti a ricercare le cause di questa stagione in chiaroscuro dei Blancos: noi lo avevamo già fatto la scorsa settimana, perché avevamo il forte dubbio che, a questo giro, le cose non sarebbero andate bene, mettendo così le mani avanti.
Con Manchester e Real fuori, quindi, e con Pep Guardiola e Carlo Ancelotti costretti a vedersi le partite che contano dal divano, ogni scenario è aperto. Compreso quello del PSG che, a questo giro, potrebbe davvero essersi trasformato da collezione di figurine, come è sempre stato sinora, a squadra di calcio vera, e con grandi ambizioni di vittoria finale. Certo, si troverà di fronte a un Arsenal quadratissimo, dopo l'eliminazione del Real.
Insomma, quattro partite tutte da vedere, con i tifosi nerazzurri che sognano. Ci dicono anche di un aumento dell'attività vulcanica in Islanda: insomma, i prodromi per il Triplete ci sono tutti. Dovrà essere il vecchio e incerottato Milan, la settimana, prossima, a provare a impedirlo. Consapevole che avrà dietro, a spingerlo all'impresa, tutta l'Italia (e il Ticino, ça va sans dire) non interista.
Bravi tutti, da un sontuoso Lautaro, che si è consacrato definitivamente come top player (chissà se Scaloni, in nazionale continuerà a vederlo come un'alternativa ad Alvarez: ma pensiamo che anche il CT argentino stia cambiando idea) a un Simone Inzaghi che si sta dimostrando definitivamente come uno dei migliori allenatori del continente. Poi ci sono stati tanti altri protagonisti: e se è vero che l'Inter, in Italia, è nettamente la squadra migliore del mazzo, altrettanto non si poteva dire in Europa.
Ora, la sfida col Barcellona diventa davvero una di quelle che segnano la storia di un club, seppur prestigioso come quello nerazzurro. Va detto che in Catalogna temono moltissimo i milanesi, pur essendo consapevoli della propria forza. E la sconfitta, seppur indolore, col Borussia Dortmund potrebbe avere scalfito qualche certezza per una squadra giovane e spensierata, ma per questo, forse, non ancora del tutto solida dal punto di vista mentale. Insomma, ci azzardiamo a dire che i nerazzurri, forti anche di una tradizione favorevolissima coi Blaugrana, non partiranno battuti e, anzi, con un pizzico di scaramanzia, ci sbilanciamo con un 60% di probabilità di passare a loro favore.
Avevamo scritto che, stavolta, per il Real Madrid sarebbe stata dura, e che la remuntada non era assolutamente scontata. A noi non è potuta che venire in mente un'altra partita, a San Siro, 4 marzo 2008: in campo Milan e Arsenal (coincidenza forse non casuale, chissà) e, sulla panchina rossonera, Carlo Ancelotti. Fini 0-2 per i londinesi, allora guidati da Arsène Wenger. Non fu solo un'eliminazione da un Coppa internazionale, ma sancì, di fatto, la fine di un ciclo durato lustri. Carlo Ancelotti, in seguito, lasciò il Milan, che non riuscì più a prevalere in una competizione UEFA. Oggi, complice lo stesso avversario, viviamo una situazione molto simile. Oggi saranno in molti a ricercare le cause di questa stagione in chiaroscuro dei Blancos: noi lo avevamo già fatto la scorsa settimana, perché avevamo il forte dubbio che, a questo giro, le cose non sarebbero andate bene, mettendo così le mani avanti.
Con Manchester e Real fuori, quindi, e con Pep Guardiola e Carlo Ancelotti costretti a vedersi le partite che contano dal divano, ogni scenario è aperto. Compreso quello del PSG che, a questo giro, potrebbe davvero essersi trasformato da collezione di figurine, come è sempre stato sinora, a squadra di calcio vera, e con grandi ambizioni di vittoria finale. Certo, si troverà di fronte a un Arsenal quadratissimo, dopo l'eliminazione del Real.
Insomma, quattro partite tutte da vedere, con i tifosi nerazzurri che sognano. Ci dicono anche di un aumento dell'attività vulcanica in Islanda: insomma, i prodromi per il Triplete ci sono tutti. Dovrà essere il vecchio e incerottato Milan, la settimana, prossima, a provare a impedirlo. Consapevole che avrà dietro, a spingerlo all'impresa, tutta l'Italia (e il Ticino, ça va sans dire) non interista.