Tutti contro il Var, hanno
protestato: Gasperini; Fabregas; il ds del Torino Vagnati. E l'elenco
potrebbe continuare. Nella partita tra Empoli e Milan è successo di
tutto. Il supporto tecnologico non lascia
spazio a incertezze, quando decide autonomamente (fuorigioco
semiautomatico; goal line technology). Il problema sembrano essere i
“varisti”, una figura misteriosa, asserragliata nel loro fortino
di Lissone. Una sorta di entità astratta che giudica e modifica
l'esito delle partite. La questione è evidente: non esiste una
uniformità negli interventi. Il metodo è lacunoso, lascia spazio
alla discrezionalità. Il famigerato protocollo non è chiaro, forse
volutamente. Il Var dovrebbe eliminare il dubbio, sanare gli errori
evidenti. La realtà racconta, invece, di decisioni discutibili e non
comprensibili. Var sotto accusa, ma il vero colpevole è l'AIA
(l'Associazione italiana arbitri). Il tema sostanziale è relativo al
potere, gli arbitri vogliono continuare a contare, ritengono la
tecnologia un intruso. Ci sarebbe poi da discutere sul livello della
classe arbitrale italiana, il giudizio? Un'insufficienza piena che
declina verso la mediocrità.
CALCIO ITALIANO

Tutti contro il Var