NATIONAL LEAGUE
Losanna, ora serve un'impresa
Pubblicato il 19.04.2025 08:02
di Alessandro Tamburini
È chiaro a tutti che Gara-3 tra Losanna e Zurigo alla Vaudoise Arena potrebbe rappresentare già la fine dei sogni dei vodesi oppure la rinascita di una speranza per la caccia al titolo.
Gara-1 ci ha consegnato una certezza di dominio degli ZSC (seppur senza Lammikko e Chris Baltisberger ammalati), gara-2 ha ridato speranza, perché seppur superiore lo Zurigo ha potuto sfruttare due “momentum” favorevoli. Il palo del Losanna sul 1-2, che poteva essere 1-3, e una prova difensiva dei vodesi eccellente (su tutti Glauser), puniti soprattutto da un errore. Non aver cacciato fuori il disco dal terzo, anche con una liberazione vietata, quando l’occasione si è presentata prima del 2-2 di Andrighetto (con lo Zurigo poi abile a sfruttare il cambio contro un quintetto vodese sulle gambe).
Dettagli, come quello del 3-2 con Kahun troppo aggressivo in attacco a concedere il 3 contro 2, gestito va detto, in modo magistrale da Grant (si parla sempre poco di lui, umile ma terribilmente efficace), Weber e poi Fordén a bucare Pasche.
Ed allora è tutto finito? Nemmeno per sogno, anche se a prima vista sembrerebbe così, con la corazzata Zurigo che fa paura e ha mille soluzioni.
Primo, il Losanna col recupero di Bozon ha reso la quarta linea (dove gioca Prassl) più solida. Solo con i fratelli Bougro e Rüegsegger non saremmo lontani da un blocco modesto dell’Ajoie.
Secondo, nella sfida tra prima linee, è cresciuto il blocco di Suomela, anche se a livello contabile i mostri Malgin, Andrighetto e Balcers continuano a produrre.
Terzo, forse Kahun, con Perlini e Fuchs, hanno trovato principi di alchimia che in tempi ristretti non erano facili da proporre.
La verità è che questo Losanna è differente da quello che ha dominato la Regular Season, ha perso diversi giocatori e ha provato a correggere il tiro con Kahun e Perlini.
Basterà? Sembra un’impresa impossibile. E Pasche dovrà fare i miracoli. Non visti nelle prime due partite. L'ombra di Hughes del 2024 si fa sentire. 
(Foto KEYSTONE/Til Buergy)