Seconda vittoria convincente e per di più consecutiva. Vittima dei granata questa volta lo Stade Nyonnais che avrebbe dovuto lasciare il Comunale, ritornato a una affluenza discreta (oltre 1000 spettatori, tutti della piazza a parte 3 o 4 ragazzini arrivati nella capitale dal Canton Vaud a sostenere la loro squadra con un tamburello), con almeno tre o quattro reti sul groppo. È invece successo che gli ospiti, immeritatamente portatisi in parità, sono riusciti a mettere in bilico i tre punti sino al pallone depositato in gol da Rilind Nivokazi, che l‘indiavolato Christian Souza (autore dell‘1-0) aveva appena mandato sui legni della porta di Melvin Mastil. Non ci sembra giusto dare più meriti all‘uno che all‘altro, comunque l’uruguaiano si merita la palma di miglior uomo in campo.
I vodesi sono dunque stati beffati all‘ultimo secondo e ben gli sta, per il gioco falloso che hanno praticato su tutta la durata della partita, con la compiacenza di un arbitro che ha sortito loro due soli cartellini gialli e soltanto negli ultimi quattro minuti mentre ai ragazzi di Sannino ne ha esibiti tre (il primo visto all’inizio), compreso quello a Nassim L‘Ghoul che è stato messo giù, senza che il direttore di gioco sia mai intervenuto, almeno tre volte. Al punto che il franco algerino è stato costretto a lasciare il campo zoppicando quando mancava più di un quarto d‘ora al triplice fischio finale. Si tende spesso a dire che prima o poi i conti in un modo o nell‘altro tornano. Ebbene, ricordiamo che lo scorso novembre, guarda caso con lo stesso arbitro, il Nyon si era portato via un punto pareggiando il gol di Nivokazi nei minuti di recupero. Cinque mesi dopo, giustizia, potremmo dire così, è stata fatta…
Ciò che conta, oltre ai 6 punti conquistati in due partite, è la trasformazione che la squadra ha avuto con il cambio di panchina. Non perché chi c’era prima abbia demeritato, però è chiaro come la luce del sole che Sannino in queste poche settimane ha fatto un lavoro eccezionale. Beh, ci sembra di averlo già scritto…
Al di là di come dirige e fa giocare la squadra, l’ex Palermo ha ridato il sorriso ai giocatori e riportato serenità nell’ambiente. Curioso: a fine partita si è assistito a uno spettacolo nello spettacolo. Beppe ha buttato la giacca ed è corso negli spogliatoi. Ma è subito tornato fuori a riprendersela andando sul campo ad abbracciare i giocatori (e a salutare il signor Hüseyin Sanli). Ecco allora dalla tribuna piovere a catinelle applausi fragorosi e urla di gioia. Anche a Pablo, mai visto così pimpante (chissà che non confermi a breve il mister), i ‘veri tifosi’ hanno tributato una standing ovation.
Ciò che conta, oltre ai 6 punti conquistati in due partite, è la trasformazione che la squadra ha avuto con il cambio di panchina. Non perché chi c’era prima abbia demeritato, però è chiaro come la luce del sole che Sannino in queste poche settimane ha fatto un lavoro eccezionale. Beh, ci sembra di averlo già scritto…
Al di là di come dirige e fa giocare la squadra, l’ex Palermo ha ridato il sorriso ai giocatori e riportato serenità nell’ambiente. Curioso: a fine partita si è assistito a uno spettacolo nello spettacolo. Beppe ha buttato la giacca ed è corso negli spogliatoi. Ma è subito tornato fuori a riprendersela andando sul campo ad abbracciare i giocatori (e a salutare il signor Hüseyin Sanli). Ecco allora dalla tribuna piovere a catinelle applausi fragorosi e urla di gioia. Anche a Pablo, mai visto così pimpante (chissà che non confermi a breve il mister), i ‘veri tifosi’ hanno tributato una standing ovation.
(Foto Filippo Zanovello)