In sala stampa, dopo la partita, abbiamo fatto i complimenti a Raul Bellanova: è la seconda volta in stagione che lo vediamo far bene a San Siro (la prima con la maglia del Torino). Il centrocampista ci ha candidamente confessato che per lui, ex interista, quella col Milan è una partita che non è neppure necessario preparare, visti gli stimoli che dà a un calciatore professionista, giocare a San Siro. Probabilmente, molti dei suoi avversari di questa serata di Pasqua dovrebbero proprio apprendere, dall'esterno atalantino, come trovare la giusta concentrazione per giocare le partite. Perché, va detto, il Milan è sembrato in un'altra dimensione, deludendo, ancora una volta, le decine di migliaia di appassionati che hanno santificato la Pasqua a San Siro, trovando soddisfazione solo nella notizia della sconfitta dell'Inter a Bologna, maturata nei minuti finali. Decisamente troppo poco, per una tifoseria abituata a ben altro.
La compagine rossonera, ormai, in campionato non ha più alcun stimolo. Si gioca a ritmi compassati, e l'Atalanta, tutto sommato, non ha avuto bisogno di fare sforzi particolari per uscire da Milano con i tre punti: è bastato un po' di ordine dietro e di concretezza davanti, sfruttando una delle due nitide occasioni da rete che si è procurata, con la difesa rossonera non pervenuta. Rafa Leão non è andato oltre le parole di circostanza: la squadra, a suo parere, ha fatto bene, subendo un gol quantomeno evitabile. In gruppo, ha sostenuto, ci sono elementi importanti; tuttavia, usando un giro di parole ("Dovremmo giocare di più assieme") ha detto ciò che noi critici pensiamo: il Milan, oggi, è un insieme di calciatori, ma non una squadra. Si sta provando con la difesa a 3, Jovic titolare davanti eccetera. Tuttavia, alla fine si vedono dieci giocatori di movimento che non sanno bene cosa fare, coi più talentuosi che cercano qualche giocata estemporanea. Tanti gli errori individuali in fase di appoggio. Sul gol incassato la difesa è apparsa sorpresa e fuori posto, a dimostrazione che pochi sanno cosa devono fare.
Sergio Conceiçăo, alla fine, ha detto che la squadra è rimasta troppo bassa rispetto a come era stata preparata la gara di aver visto un buon Milan soprattutto nella ripresa e, come già a Bologna, se l'è presa con la stampa, rea di non rispettarlo. Non sappiamo quale sia il suo concetto di rispetto: noi crediamo che il nostro lavoro debba essere finalizzato all'analisi di ciò che vediamo. Oggi, ciò che possiamo raccontare è il mancato rispetto della storia del Milan. Serviranno, per il futuro, un nuovo tecnico all'altezza, un DS che sappia soprattutto vendere bene elementi oggi fuori contesto, per poi inserire almeno 5 giocatori di spessore, in ogni zona del campo. Questo è ciò che intendiamo per rispetto, perlomeno nei confronti del popolo rossonero. Che non ha mai pensato di considerare poca cosa quanto fatto da Sergio Conceiçăo in carriera: ma che non ci sta a vedere la squadra al nono posto in classifica, e presa a scapaccioni da un'Atalanta venuta a San Siro in versione ordinaria amministrazione, incassando tre punti senza sudare. Il Milan è un'altra cosa: e oggi non sono solo i tifosi avversari a non rispettarlo.
La compagine rossonera, ormai, in campionato non ha più alcun stimolo. Si gioca a ritmi compassati, e l'Atalanta, tutto sommato, non ha avuto bisogno di fare sforzi particolari per uscire da Milano con i tre punti: è bastato un po' di ordine dietro e di concretezza davanti, sfruttando una delle due nitide occasioni da rete che si è procurata, con la difesa rossonera non pervenuta. Rafa Leão non è andato oltre le parole di circostanza: la squadra, a suo parere, ha fatto bene, subendo un gol quantomeno evitabile. In gruppo, ha sostenuto, ci sono elementi importanti; tuttavia, usando un giro di parole ("Dovremmo giocare di più assieme") ha detto ciò che noi critici pensiamo: il Milan, oggi, è un insieme di calciatori, ma non una squadra. Si sta provando con la difesa a 3, Jovic titolare davanti eccetera. Tuttavia, alla fine si vedono dieci giocatori di movimento che non sanno bene cosa fare, coi più talentuosi che cercano qualche giocata estemporanea. Tanti gli errori individuali in fase di appoggio. Sul gol incassato la difesa è apparsa sorpresa e fuori posto, a dimostrazione che pochi sanno cosa devono fare.
Sergio Conceiçăo, alla fine, ha detto che la squadra è rimasta troppo bassa rispetto a come era stata preparata la gara di aver visto un buon Milan soprattutto nella ripresa e, come già a Bologna, se l'è presa con la stampa, rea di non rispettarlo. Non sappiamo quale sia il suo concetto di rispetto: noi crediamo che il nostro lavoro debba essere finalizzato all'analisi di ciò che vediamo. Oggi, ciò che possiamo raccontare è il mancato rispetto della storia del Milan. Serviranno, per il futuro, un nuovo tecnico all'altezza, un DS che sappia soprattutto vendere bene elementi oggi fuori contesto, per poi inserire almeno 5 giocatori di spessore, in ogni zona del campo. Questo è ciò che intendiamo per rispetto, perlomeno nei confronti del popolo rossonero. Che non ha mai pensato di considerare poca cosa quanto fatto da Sergio Conceiçăo in carriera: ma che non ci sta a vedere la squadra al nono posto in classifica, e presa a scapaccioni da un'Atalanta venuta a San Siro in versione ordinaria amministrazione, incassando tre punti senza sudare. Il Milan è un'altra cosa: e oggi non sono solo i tifosi avversari a non rispettarlo.