Antonio Conte è in
testa alla classifica. Ma si lamenta, e conferma una categoria che ha
spesso utilizzato durante la sua carriera di allenatore. Ha la
sensazione e la certezza che a Napoli non ci siano i mezzi per poter
lottare ad alti livelli. Se vincesse lo scudetto sarebbe la sua
impresa, e lo avrebbe perso l'Inter. In un momento topico della
stagione non ha esitato a parlare con toni polemici e provocatori. Il
personaggio si sente di una spanna superiore, dotato di
un'intelligenza sopraffina, ergo: “Non posso tollerare che il
mio fondoschiena sia abusato”. Le sirene provenienti da Torino
e Milano ammaliano, e sono potenti.
L'annata di Simone
Inzaghi è una scommessa tra lo zero e l'infinito. È in corsa
per tutto, ma rischia, tutto è in bilico: nessun trofeo in bacheca è uno
scenario realistico, aleggia lo spettro dello “zero tituli”.
Il Bologna è diventato ormai fatale per i nerazzurri. Una bestia
nera che già nel passato ha fatto davvero male ai milanesi. Il
mister non ci sta e protesta: la partita è stata persa per la
“penultima rimessa”, battuta 12 metri avanti. E il punto di vantaggio che poteva essere decisivo è svanito, non c'è più.
Ora il gioco si fa davvero duro, e il Napoli prende coraggio.