NON SOLO SPORT
Il Papa che amava il calcio
Pubblicato il 21.04.2025 07:20
di Silvano Pulga
La morte del Santo Padre ci ha colto tutto sommato preparati, anche se la sua apparizione di ieri, a San Pietro, ci aveva fatto sperare che Papa Francesco avesse ancora un po' di tempo. Perché parlare di lui su una testata sportiva? Perché il Papa argentino non ha mai nascosto di amare lo sport e, soprattutto, il calcio. Tifoso del San Lorenzo e dell'Albiceleste, Bergoglio ha parlato di calcio anche nella sua autobiografia, 'Spera". Eccone alcuni stralci, riportati dal collega Ziliani: "Giocare a calcio mi è sempre piaciuto, e cosa importa se non ero un granché. A Buenos Aires quelli come me li chiamavano pata dura. Che vuol dire avere due gambe sinistre (…) Giocare è un diritto (...). Tutto è coinvolto, non solo i muscoli, l’intera personalità in tutte le dimensioni, anche quelle più profonde. Infatti, di qualcuno che si sta impegnando molto si dice: “sta dando l’anima” (…) Tanti definiscono il calcio “il gioco più bello del mondo”, e per me lo è stato. Per questo San Giovanni Bosco amava dire ai suoi educatori: “Volete i ragazzi? Buttate in aria un pallone e prima che tocchi terra vedrete quanti si saranno avvicinati!” (…) Un grande scrittore latinoamericano, Eduardo Galeano, racconta che un giorno un giornalista chiese alla teologa protestante Dorothee Sölle: “Come spiegherebbe a un bambino cos’è la felicità?”. “Non glielo spiegherei - rispose quella teologa -. Gli darei un pallone per farlo giocare”. Papa Francesco non è stato il primo successore di San Pietro ad amare lo sport: noi che abbiamo i capelli grigi ricordiamo Karol Wojtyla, amante della montagna e dello sci. Però la semplicità di Bergoglio rimarrà per sempre nel nostro cuore, così diversa dall'austerità dei suoi predecessori. Così come il fatto di condividere con lui la passione per un pallone che rotola su un prato verde, inseguito da 22 uomini o donne in pantaloncini corti.