CHALLENGE LEAGUE
Prima il Thun, poi la... musica della Champions
Pubblicato il 23.04.2025 12:33
di L.S.
Manca poco, questo dovrebbe essere l’anno buono.
Sei punti di vantaggio sull’Aarau a cinque giornate dalla fine e la sensazione che il traguardo sia vicinissimo. Soprattutto dopo le ultime tre vittorie, con 12 gol fatti e zero subiti.
Mauro Lustrinelli, tecnico del Thun, è uno che non vuole guardare troppo lontano, ma è conscio del fatto che la sua squadra è in buon momento:
“È un buon momento, è vero, siamo in un “flow” positivo, e forse è arrivato al momento giusto. Ma il campionato non è ancora finito”.
Dopo la brutta partita con lo Stade Losanna, persa per 3 a zero, tre successi netti e convincenti contro Sciaffusa, Stade Nyonnais e Wil.
“Le brutte sconfitte fanno parte di questo lavoro: dopo quella partita abbiamo riflettuto e cambiato qualcosa. A volte proprio questo tipo di prestazioni ti aiutano a crescere. La cosa importante è saper apportare i giusti correttivi”.
Il Thun era il favorito a inizio stagione e per ora avete non avete deluso le aspettative:
“Credo che a inizio stagione ci fossero anche altre squadre, come Aarau, Xamax o lo stesso Stade Losanna, che puntavano a salire. Questo è un campionato molto equilibrato e gli ultimi risultati lo dimostrano. L’Etoile Carouge ne fa sette al Bellinzona e poi perde in casa contro lo Sciaffusa”.
L’anno scorso avevate subito una picolla beffa: eravate arrivati secondi e poi avevate perso lo spareggio all’ultimo minuto contro il Grasshopper.
“Se lo si guarda in termini di risultati, è così, ma io preferisco guardare le cose in termini di crescita. In questi ultimi due anni siamo stati la squadra con le migliori statistiche di tutta la Swiss Football League e questo vuol dire certamente qualcosa”.
La società voleva la Super League in tre anni: questo è il terzo…
“Proprio così. Credo che per tradizione e infrastrutture questa società meriti la Super League. Il club ha una politica chiara: lavorare con i giovani e creare delle valorizzazioni, come abbiamo fatto lo scorso anno con Dos Santos. Riuscissimo a vendere un giocatore così ogni anno…”.
Anche dal punto di vista del gioco, la squadra è cresciuta parecchio, vero?
“Siamo cresciuti nei nostri principi di gioco: pressing alto e ripartenze veloci, tutto ciò grazie anche al nostro entusiasmo”.
Siete la squadra che ha segnato di più, nonostante non abbiate un vero bomber:
“È vero, da noi segnano un po’ tutti. Non dipendiamo da un solo giocatore, e a volte questo può essere un vantaggio. Anche se è chiaro, che un attaccante che là davanti è capace di fare la differenza, fa sempre comodo, ma non è facile da trovare”.
Recentemente hai firmato un contratto di altri tre anni: fino al 2028 sarai a Thun.
“Tre anni di contratto non sono facili da trovare: credo che soltanto Croci-Torti a Lugano ne abbiamo firmato uno così. In fondo, Thun e Lugano sono due società che cercano la continuità, hanno un progetto chiaro in testa. A Thun, il direttore sportivo e il presidente sono qui da una vita e con loro lavoro molto bene. Sono felice di essere qui”.
A quasi 50 anni, non c’è la voglia di grandi palcoscenici?
“L’ambizione è la base di ogni lavoro, anche per me. Ero ambizioso da giocatore, quando sono riuscito a giocare la Champions League e un Mondiale, e lo sono adesso da giocatore. Tra cinque o dieci anni, avrò sicuramente voglia di fare un’esperienza all’estero: sentire ancora la musichetta della Champions o disputare un Mondiale, sono traguardi che ho sicuramente in testa”.
Ora però… testa al campionato. Il 2 maggio, contro l’Aarau in casa, potreste festeggiare.
“Calma, pensiamo al presente, alla prossima partita”.
Come non detto…