NATIONAL LEAGUE
Le pagelle della finale!
Pubblicato il 25.04.2025 07:48
di Alessandro Tamburini
Zurigo Lions
Cosa chiedere di più? Champions League, campioni svizzeri, dominio nel settore giovanile con le vittorie tra U15, U17 e U20. La perfezione. Voto: 6
Losanna 
Si voleva la Regular Season da primi in classifica, per avere il vantaggio casalingo nei playoff, ed è successo. Soffre con Langnau e Friborgo (seppur ridimensionato dalle assenze di De la Rose e Wallmark). Perde 4 partite in casa, ricordando l’Ambrì del 1999, quando spinse fino alla fine nella Regular Season per poi arrivare in “emergenza” in finale. Peggio dunque dell’anno scorso. Voto: 4,5
Marco Bayer:
Umiltà e serenità, subentra al maestro Mark Crawford e fa l’en plein. A volte basta un Marco per vincere, non serve un Mark. Un bel segnale per i tanti allenatori svizzeri spesso penalizzati dal non essere “stranieri”. Voto: 6
Geoff Ward
Vuole il primo posto nella RS ad ogni costo, ed è un costo molto caro. La sua tranquillità in panchina viene definita “moderna”, quanto più serve per gestire le emozioni. Sarà, ma alla fine di emozioni il Losanna in finale ne ha trasmesse poche, ad immagine del suo allenatore. Zero bagarre, zero capacità di portare lo Zurigo fuori dalla sua comfort zone. Voto: 3,5
Sven Andrighetto e Denis Malgin 
Di un altro pianeta come svizzeri. Voto: 6
Théo Rochette 
Resterà nei ricordi la sua tripletta in gara-3. L’unico svizzero in attacco del Losanna che regge il confronto con lo Zurigo (Riat in finale, 3). Voto: 5
Simon Hrubec 
Solidissimo, non stacca il 6 solo perché ha davanti una squadra di mostri che lo aiutano, ma parallelamente si sacrificano con lui con una marea di tiri bloccati. Voto: 5,5
Kevin Pasche  
Per la stagione meriterebbe la stessa nota di Hrubec, in finale però alla fine è insufficiente. Il limite della statura a volte lo penalizza, chissà se il ritorno annunciato di Hughes per l’anno prossimo gli ha tolto anche serenità in finale. Voto: 4,5
Stranieri offensivi del Losanna 
La prima linea si spegne sul più bello in finale, la seconda prova a carburare ma non basta. Suomela, Oksanen, Kahun e Perlini non fanno mai la differenza contro lo Zurigo. Voto: 3,5
ZSC, “gli altri” 
Non sai chi citare, perché tutti sono da citare, a riprova della profondità d’organico dei Lions. Stranieri complementari ma efficaci, che a turno diventano protagonisti (Grant e Frödén su tutti), i giovani quali Vinzenz Rohrer o Nicolas Baechler che mangiano ghiaccio, lo tritano e lo trasformano in sudore. E poi i grandi esperti, soprattutto in retrovia (Geering, Weber e Kukan), un mix devastante per ogni avversario. Voto: 5
Il formato della post season
Guai a tornare indietro. In Svizzera si è arrivati con colpevole ritardo rispetto ad altre realtà ai Play In. La Regular Season così è attraente, aperta fino all’ultima giornata per più posizioni, regala pathos ed emozioni. Altrimenti con squadre come lo Zurigo, dentro una vera dinastia vincente, sarebbe tutto molto più piatto e scontato. Voto: 6
(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)