La sicurezza
dei ciclisti è certamente un aspetto fondamentale, in gara e non
solo. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuta la consapevolezza in
tal senso, nonostante gli incidenti, anche mortali (il ricordo della
nostra Muriel Furrer, morta in gara lo scorso anno ai Mondiali di
Zurigo, è ancora vivissimo), facciano ancora parte di questo sport.
Ma chi va in bicicletta è comunque un utente debole, piazzato ai
piani bassi di un'ipotetica piramide della sicurezza stradale. Nel
nostro Cantone, solo pochi giorni fa, abbiamo registrato l'ennesimo
decesso su strada, a Breggia, di una donna di 60 anni che circolava a
bordo di un velocipede. L'iniziativa, quindi, di Remo Evenepoel e
della sua squadra assume così un carattere importante propaganda
rispetto alla sicurezza dei ciclisti, soprattutto degli sportivi che
si allenano su strada. "Abbiamo fatto la ricognizione della
Liegi con una maglia fluorescente: l'obiettivo è incoraggiare i
ciclisti a rendersi più visibili sulle strade" ha dichiarato il
campione olimpico di Parigi 2024. "Questo vuole essere il primo
passo di una serie di iniziative legate ala sicurezza. Non devo
raccontare a nessuno le mie disavventure in allenamento. Dobbiamo
tutti imparare a condividere meglio con gli altri utenti le strade su
cui ci alleniamo. Penso che non solo la maglia, ma l'intera premessa
della campagna sia un'ottima idea, e saremo grati a tutti coloro che
la sosterranno." Remco Evenepoel, quindi, ha preso una posizione
netta su questa problematica, grazie anche alla sua grandissima
popolarità. Ogni anno sono decine i ciclisti che muoiono sulle
nostre strade: e se è vero che in corsa si cerca di essere sempre
più attenti, i rischi in allenamento e nella viabilità quotidiana
restano elevati. E la sicurezza passiva, vale a dire farsi vedere
dagli altri utenti della strada, rimane fondamentale. I messaggi dei
professionisti sono quindi molto importanti: ascoltiamoli, per la
nostra sicurezza!
CICLISMO

Ciclismo, la priorità deve essere la sicurezza