Finito il campionato c’è spazio ora per la Nazionale, reduce dall’argento di Praga. Prossima missione, in Danimarca, ad Herning, dove battendo la Finlandia nel 2018 si era costruito il penultimo argento mondiale. Dopo 6 amichevoli (di cui 5 vinte) c’è ancora molta da lavorare, introdurre nel lineup i giocatori della finale ed eventuali stelle dalla NHL.
Queste amichevoli sono state francamente “mosce”, zappando tra finale e nazionale sembravano due mondi diversi, per intensità, pathos, emozioni. Certo, Patrick Fischer deve tenere “in forma” coloro che hanno chiuso presto il loro cammino nella post season, ma alla TV il piattume era abbastanza evidente a 360 gradi.
Queste amichevoli sono state francamente “mosce”, zappando tra finale e nazionale sembravano due mondi diversi, per intensità, pathos, emozioni. Certo, Patrick Fischer deve tenere “in forma” coloro che hanno chiuso presto il loro cammino nella post season, ma alla TV il piattume era abbastanza evidente a 360 gradi.
Ora però non c’è più molto spazio, le scelte definitive dovranno cadere, tra i vari Malgin, Andrighetto, Rochette, Riat, Glauser, Kukan, Frick o Glauser in rampa di lancio. Tra i 22 giocatori e 3 portieri non ci sarà Roman Josi, infortunato, discorso diverso ma simile per Pius Suter, senza contratto nonostante 25 reti segnate. Difficile vederlo con rischi infortuni prima della firma della vita. Siegenthaler è reduce da un infortunio ma ha giocato gara 3 vinta dai Devils, dove ha segnato Nico Hischier nel successo su Carolina. Un assist per Timo Meier, serie sul 2-1 per gli Hurricanes.
Detto che Bichsel (2-1 contro Colorado del grande come back di Landesgok) non tornerà da Dallas poiché bloccato dalla Swiss Ice Hockey Federation, restano soprattutto Fiala (2-1 con i LA Kings contro Edmonton) e Niederreiter (2-1 con Winnipeg contro St. Louis).
In parole povere, sarà una nazionale probabilmente senza grandi star, dove troverà spazio ancora Ambühl, potrebbe finalmente staccare il suo biglietto Luca Fazzini, Genoni sarà ancora il titolare prima dell’ultima “cavalcata” del 2026, con olimpiadi e mondiali in casa.
Un immenso cantiere soprattutto aperto in ottica 2026, per il momento smilzo e senza interesse (indici d’ascolto bassissimi), senza pathos, entusiasmo, piatto come un lago di montagna. Chissà se il mondiale 2025 cambierà la percezione o sarà una sorta di percorso poco entusiasmente da seguire tra "battutine goliardiche".
(PHOTOPRESS/Alexandra Wey)