Il disastro è servito. In vantaggio meritatamente per 2 a 0 sino al 33’, il Lugano si scioglie come neve al sole e incassa a Ginevra una sconfitta di quelle pesantissime. Parliamoci chiaro, è tutto demerito della squadra ospite e non certo merito dei padroni di casa, i quali si sono ritrovati in vantaggio al 46’ probabilmente senza nemmeno rendersene conto. I bianconeri, che stavano in sostanza dominando la seconda frazione contro un avversario chiaramente alle corde, lento e abulico, hanno dimostrato per l’ennesima volta poca personalità e tutte le debolezze sono affiorate. Il naufragio è stato per così dire collettivo, ma non si possono non citare però gli errori individuali, in particolar modo di alcuni senatori come Alatalo e Mirco Müller. Svarioni e approssimazione che hanno spianato la strada alle Aquile. E come se non bastasse Niklas Schlegel non è stato all’altezza della situazione. Il GWG di Timashov l’estremo difensore avrebbe dovuto intercettarlo. Più in generale il 30enne zurighese non ha mai dato sicurezza ai suoi compagni e alla fine dei conti l’81% di percentuale di parate suona come una condanna. D’altronde, a parte qualche acuto, è tutto il campionato che il portiere sta faticando a trovare le migliori sensazioni. Non solo Schlegel, anche ad esempio Joly non è riuscito a fornire un apporto sensibile alla causa. Una citazione in positivo invece se la merita il giovane Canonica, molto attivo.
Con questa sconfitta il Lugano si ritrova alla penultima piazza e a complicare ulteriormente la vita ai sottocenerini è arrivata la vittoria del Bienne contro lo ZSC. E ora? Restano sei partite. Verosimilmente per arrivare ai play-in Fazzini e soci dovranno vincerne cinque. Quasi utopia per quanto (non) mostrato su tutto l’arco della deludentissima stagione. Al momento attuale la triste contabilità dice che il Lugano è più vicino alla finale dei playout contro l’Ajoie. Già solo al fine di evitare questo smacco ci vorrà una notevole accelerazione. Vedere un club così storico e tradizionalmente ambizioso al penultimo posto dopo 46 partite in un campionato a 14 squadre è davvero triste e suscita imbarazzo. La speranza è che si possa ancora rimediare e si riesca a terminare la stagione in modo più o meno dignitoso, ma anche un epilogo decoroso non basterebbe evidentemente a cancellare i disastri combinati un po’ in tutti gli ambiti in questi mesi. Disastri figli di un’approssimazione che hanno portato il Lugano praticamente al punto più basso della sua storia dall’introduzione dei playoff.
Con questa sconfitta il Lugano si ritrova alla penultima piazza e a complicare ulteriormente la vita ai sottocenerini è arrivata la vittoria del Bienne contro lo ZSC. E ora? Restano sei partite. Verosimilmente per arrivare ai play-in Fazzini e soci dovranno vincerne cinque. Quasi utopia per quanto (non) mostrato su tutto l’arco della deludentissima stagione. Al momento attuale la triste contabilità dice che il Lugano è più vicino alla finale dei playout contro l’Ajoie. Già solo al fine di evitare questo smacco ci vorrà una notevole accelerazione. Vedere un club così storico e tradizionalmente ambizioso al penultimo posto dopo 46 partite in un campionato a 14 squadre è davvero triste e suscita imbarazzo. La speranza è che si possa ancora rimediare e si riesca a terminare la stagione in modo più o meno dignitoso, ma anche un epilogo decoroso non basterebbe evidentemente a cancellare i disastri combinati un po’ in tutti gli ambiti in questi mesi. Disastri figli di un’approssimazione che hanno portato il Lugano praticamente al punto più basso della sua storia dall’introduzione dei playoff.
(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)