Dispiace vedere il Lugano in questa situazione, come
dispiace assistere alle due interviste post-partita sulla RSI. Giovanni Morini
e Lorenzo Canonica, due che hanno il bianconero nel sangue, due che parlano
italiano, e lo fanno molto bene, non trovano le parole. Non sanno cosa dire.
Capita raramente, ma stavolta è così. Il momento è davvero delicato e che siano
questi due ragazzi a dover dare delle spiegazioni, rende tutto più triste.
Il tema, a questo punto, è quello della fiducia. E non potrebbe essere altro, dopo una stagione fallimentare come questa. Per Canonica, tra i migliori in pista, “è difficile dire cosa non sia andato bene”.
L’analisi a caldo, soprattutto in momenti così, è sempre complicata. “Non dobbiamo lasciarci andare”, è il refrain che Canonica usa per cercare di uscire elegantemente dall’intervista. Bisogna guardare avanti, finché c’è vita c’è speranza, recita quasi per inerzia il giovane attaccante del Lugano.
Tutto vero, per carità, ma questa squadra sembra davvero scarica, priva di qualsiasi energia mentale. E anche l'effetto Krupp, che c'è decisamente stato, sembra svanire lentamente.
Giovanni Morini, restato quest’anno ai margini a lungo per un infortunio, parla di episodi. Il momentum, tanto evocato nell’hockey, non è quasi mai a favore di bianconeri, purtroppo.
“Non ho altro da dire”, ripete ben due volte, come a volersi liberare dalla morsa di domande che non hanno risposte. Chiude con “è durissima”, che meglio di tutto riflette la situazione.
Eh sì, è durissima. Soprattutto per chi sa cosa vuol dire vestire la maglia del Lugano.
Il tema, a questo punto, è quello della fiducia. E non potrebbe essere altro, dopo una stagione fallimentare come questa. Per Canonica, tra i migliori in pista, “è difficile dire cosa non sia andato bene”.
L’analisi a caldo, soprattutto in momenti così, è sempre complicata. “Non dobbiamo lasciarci andare”, è il refrain che Canonica usa per cercare di uscire elegantemente dall’intervista. Bisogna guardare avanti, finché c’è vita c’è speranza, recita quasi per inerzia il giovane attaccante del Lugano.
Tutto vero, per carità, ma questa squadra sembra davvero scarica, priva di qualsiasi energia mentale. E anche l'effetto Krupp, che c'è decisamente stato, sembra svanire lentamente.
Giovanni Morini, restato quest’anno ai margini a lungo per un infortunio, parla di episodi. Il momentum, tanto evocato nell’hockey, non è quasi mai a favore di bianconeri, purtroppo.
“Non ho altro da dire”, ripete ben due volte, come a volersi liberare dalla morsa di domande che non hanno risposte. Chiude con “è durissima”, che meglio di tutto riflette la situazione.
Eh sì, è durissima. Soprattutto per chi sa cosa vuol dire vestire la maglia del Lugano.
(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)